Con il Veneto in zona gialla salgono le quotazioni delle vacanze a chilometro zero

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Come ormai noto da qualche giorno il passaggio del Veneto in zona gialla, si corre il rischio di ridurre drasticamente le partenze per mete più lontane. Le regioni vicine sono praticamente nella stessa situazione se non peggio, quindi non resta che guardare in casa nostra, scelta nemmeno tanto dolorosa visto le innumerevoli meraviglie che ci offre il Veneto.

Come sempre, però, la medaglia offre due facce e il problema si riversa sulla nostra regione per chi, proveniente da altra parte d’Italia, si vedrà costretto annullare la prenotazione per le varie restrizione o eventualmente solo per timore. Una situazione che andrà inevitabilmente a ridimensionare i programmi per pranzi e cenoni di Natale e rimanere in patria magari organizzando una vacanza di prossimità.

Secondo Coldiretti, la maggioranza del 52% degli italiani consumerà il menu di Natale in tavolate con al massimo sei persone, soprattutto familiari all’interno delle case, secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’. Ma l’avanzare della campagna di vaccinazione con la somministrazione delle terze dosi e l’arrivo del super green pass hanno restituito anche il coraggio di trascorrere il Natale fuori dalle mura domestiche a 3,5 milioni di persone che hanno infatti programmato di mangiare in ristoranti e agriturismi, anche se si tratta della metà rispetto al 2019, l’ultimo Natale prima della pandemia.

La presenza negli agriturismi è anche favorita da boom quest’anno del vacanze e delle gite in giornata a km zero nei piccoli borghi che – sottolinea la Coldiretti – consentono di coniugare la voglia di tranquillità con la possibilità di godere di spazi di libertà più ampi lontano dalle città o dai luoghi turistici più affollati. Questo fenomeno è sostenuto  dalle limitazioni poste alle frontiere in Italia e all’estero con vincoli e richiesta di tamponi.

A garantire l’ospitalità nei piccoli centri è soprattutto – rileva Coldiretti – una rete composta da 24mila strutture agrituristiche con 253mila posti letto e quasi 442 mila posti a tavola.

Quasi 1500 le aziende agrituristiche venete  per la maggior parte situate in pianura un terzo in collina e 250 in montagna. La disponibilità è di 44,8 mila posti a tavola 13mila posti letto. Inoltre 673 malghe custodiscono l’architettura rurale dando forma al paesaggio come espressione dell’identità dei luoghi in una relazione di integrazione tra i sistemi produttivi locali e la conservazione della biodiversità agricola. Dall’Altopiano di Asiago fino alle Dolomiti, passando per la comunità montana della Lessinia, la Pedemontana e le Prealpi Trevigiane il presidio degli agricoltori permette di promuovere nuovi flussi turistici come coesione tra città e campagna in una logica di nuove geografie territoriali.

Le conseguenze del passaggio in zona gialla – spiega Coldiretti – riguardano diversi aspetti della vita quotidiana, a partire dall’obbligo di indossare sempre la mascherina sia all’aperto che nei luoghi chiusi passando per il taglio della capienza di luoghi aperti al pubblico che scende al 50% per teatri, cinema, sale da concerto e stadi e al 35% per gli impianti sportivi al chiuso e in ogni caso l’accesso è sempre subordinato al possesso del green pass. Inoltre – conclude Coldiretti – il certificato verde è obbligatorio anche per salire su treni intercity e ad alta velocità, navi e autobus a lunga percorrenza, oltre che sui voli aerei nazionali, sulle funivie per gli impianti sciistici. In zona gialla restano chiuse anche le discoteche.