Giornata della memoria, Zaia: “Banalizzazione rischiosa quanto il negazionismo”

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Il 27 gennaio 1945 le truppe russe entrarono ad Auschwitz, in quell’occasione per la prima volta il mondo intero conobbe la terribile crudeltà impartita dall’esercito tedesco, e dai suoi alleati, al popolo ebreo. La Shoah racchiude la più grande malvagità prodotta dall’uomo nella storia, ai danni di un popolo che era definito “razza minore”. Per non dimenticare il genocidio della Seconda Guerra Mondiale ogni anno, dal 2005, il 27 gennaio è ricordato come il “Giorno della memoria”, istituito dall’Assemblea delle Nazioni Unite.

Il ricordo del sacrificio di oltre 6 milioni di ebrei periti per mano dei nazisti rimane ancora oggi al centro dell’attenzione, anche il Presidente della regione Veneto Luca Zaia vuole rimarcare questo concetto. “Sono trascorsi settantasette anni –commenta Zaia– dal 27 gennaio del 1945 quando fu svelata inequivocabilmente al mondo tutta la tragedia e tutta la crudeltà dei campi di sterminio. Primo Levi ha scritto che l’Olocausto è una pagina del libro dell’umanità da cui non dovremo mai togliere il segnalibro della memoria. Togliere quel segnalibro, infatti, non solo sarebbe un insulto alle vittime ma significherebbe lasciare
che una ferita incancellabile continui a sanguinare nell’indifferenza. Un’indifferenza
sempre in agguato che, come già durante l’Olocausto si è dimostrata spesso un punto
di appoggio per i persecutori, oggi può impedire di conoscere la Storia e la sua realtà”.

Oggi il Veneto ospita una numerosa comunità ebraica sparsa in tutte le province, oramai l’integrazione tra le diverse culture ha portato ad una convivenza che ha radici solide e che porta le nuove generazioni a lottare per evitare che i fatti accaduti durante la Seconda Guerra Mondiale non si ripetano.

Il Veneto è unito a tutta la sua Comunità ebraica nel celebrare questo giorno
prosegue il Governatore – consapevole che la memoria e la conoscenza sono gli
strumenti irrinunciabili per la promozione e il radicamento dei valori della civile
convivenza, della tolleranza, della libertà, del rispetto e, contemporaneamente, del
contrasto dell’odio, della sopraffazione, del pregiudizio. Le cronache ci raccontano
con frequenza che c’è ancora chi si rifiuta di guardare in faccia la realtà della storia,
non solo con tesi negazioniste gravissime o battute. In questa giornata sento di rappresentare con orgoglio i veneti nell’onorare i milioni di Ebrei e tutte le altre vittime che non sono tornate dai lager nazisti, di esprimere la mia vicinanza ai superstiti ancora presenti, di rinnovare i sensi di amicizia alla Comunità ebraica con la gratitudine per il ruolo che ha rivestito nel progresso della nostra terra”.

Sono oltre cinquanta – conclude Zaia – i Veneti a cui lo stato d’Israele ha riconosciuto
il titolo di Giusto tra le Nazioni per aver reagito all’orrore dell’Olocausto durante la
seconda guerra mondiale, salvando persone a loro molto spesso sconosciute. Mentre il
mondo era in preda all’odio non hanno voltato la testa dall’altra parte. Se la memoria
ci impone di ricordare la tragedia di uno dei momenti più bui nella storia dell’umanità,
ci dà anche motivi di speranza”.