Mossa della Lega in Parlamento per passare allo Stato i debiti Spv. La denuncia di Cappelletti

Ascolta l'audio
...caricamento in corso...
Luca Zaia e Matteo Salvini all'inaugurazione del primo tratto della Superstrada Pedemontana Veneta (A31-Breganze) nel giugno 2019
L’autonomia al contrario, ossia un “centralismo di convenienza”, si potrebbe definire. Il Deputato trevigiano della Lega Gianangelo Bof, infatti, è riuscito a far passare alla Camera dei Deputati un suo ordine del giorno che impegna il governo “a promuovere le iniziative necessarie affinché lo Stato attraverso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti possa subentrare alla regione del Veneto nel ruolo di concedente della Superstrada Pedemontana Veneta“. In parole povere: sia il governo centrale a farsi carico degli oneri e dei costi relativa alla più importante, ma sanguisuga, opera viaria veneta.
A denunciare quanto accaduto due giorni fa alla Camera è stato, il 28 novembre, il deputato veneto del Movimento 5 Stelle Enrico Cappelletti. “Non si vede la fine nella tragicommedia della Pedemontana Veneta. Oggi, nell’ambito dell’esame del ddl sul mercato e la concorrenza, siamo davanti all’ennesima iniziativa scandalosa che ha come protagonista il Deputato leghista Bof, che si è visto accolto come raccomandazione un ordine del giorno che impegna il governo ad assumersi gli oneri e i costi stellari relativi alla realizzazione della Superstrada. Veramente curioso che l’esponente di un partito, come la Lega, che sostiene la battaglia per l’autonomia differenziata a giorni alterni pensi di rifilare allo Stato il più grande sperpero di risorse pubbliche della storia della Repubblica italiana”, ha detto Cappelletti in aula.
Salvini e Zaia nel viaggio inaugurale del primo tratto Spv

“A fronte di un costo di 2,258 miliardi di euro per la realizzazione della Pedemontana Veneta, la Regione presieduta da Zaia ha assunto impegni di spesa addirittura per 13 miliardi di euro, circa 11 miliardi in più. Non è vero, poi, che la Regione Veneto abbia dovuto assumersi l’onere di una spesa così colossale a causa del fatto che per finanziare l’opera sia stata obbligata a ricorrere alla finanza di progetto: è vero l’esatto contrario. La Regione ha deciso di approvare un progetto faraonico e rendere così necessario il ricorso alla finanza di progetto, proprio per farne esploderne i costi. Su questi 13 miliardi di euro che il Presidente Zaia ha voluto accollare ai cittadini veneti c’è tutta la cifra del fallimento annunciato dell’autonomia differenziata: uno strumento – conclude – che renderà la Regione Veneto in grado di moltiplicare il costo delle opere pubbliche del 600%, salvo poi mandare il conto allo Stato”.

E in effetti, l’ultimo bilancio di previsione dell’era Luca Zaia (a meno di eventuali via libera al terzo mandato) è quello nel quale i nodi delle casse regionali vuote a causa di una serie di scelte (Spv e pista da bob di Cortina in testa) stanno tutti venendo al pettine. La mossa di Bof rivela anche quanto il presidente veneto Zaia non possa sganciarsi – ora e in futuro – del supporto del segretario federale leghista Matteo Salvini (in caduta libera alle urne e nei sondaggi) – in quanto proprio in capo al Ministero delle Infrastrutture, di cui è Ministro, stia tutta la partita del passaggio del debito provocato dalla Spv in capo al governo centrale. Per farlo, avrà però bisogno anche dell”ok di Fratelli d’Italia, che mira a candidarsi alla guida del Veneto, e di Forza Italia. I numeri, visto come è andata con l’apprazione dell’ordine del giorno di Bof, al momento paiono non mancare.