Occupazione femminile, l’epidemia fa crescere il gap. La Regione stanzia 42,5 milioni di euro

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C’è ancora molto divario occupazionale tra donne e uomini, per questo motivo la Regione Veneto intende investire per colmare il gap. Ad aggravare la situazione è la pandemia che ha evidenziato ancor più questo fenomeno.

Nel 2020 i dati riportano una certa distanza tra le parti: l’occupazione femminile ha registrato il 60,7% mentre gli uomini hanno raggiunto l’81,1%. Anche la disoccupazione segnala una differenza sostanziale, per le donne è stata del 7,5% mentre i maschi si sono fermati al 4,5%.

Ad evidenziare questi numeri è Santo Romano, direttore dell’Area Politiche Economiche, Capitale Umano e Programmazione Comunitaria, che al Palazzo Grandi Stazioni ha esposto i dati in occasione della presentazione della pubblicazione.

Il Covid ha peggiorato la situazione su un divario occupazionale già eccessivo – ha
sottolineato Romano – nella programmazione dei fondi europei 2014-2020 abbiamo coinvolto 140 mila donne sul totale di 300 mila persone. Sono stati attivati strumenti nuovi, come ad esempio i voucher di conciliazione, ma permane un problema di tipo culturale per il quale sono necessari interventi di sistema. Per quanto riguarda le prospettive della nuova programmazione l’obiettivo è raddoppiare le risorse del FSE 2021-27 destinate all’occupazione femminile”.

La fotografia scattata dal Rapporto biennale 2018-19 dell’Ufficio regionale della Consigliera di Parità, monitorando 1.015 aziende venete con oltre 100 dipendenti, pubbliche e private, per un totale di 362.000 occupati, consente di cogliere distintamente luci e ombre con alcune dinamiche in corso.
I dati raccolti evidenziano che le donne occupate (in imprese con oltre 100 dipendenti) sono il 44,6%.  Rispetto ai contratti part time le donne costituiscono l’83,6% contro il 16,4% degli uomini. I settori dove sono più presenti le donne sono noti: istruzione, sanità e altri servizi sociali (79%) e commercio (62% donne). Per quanto concerne i ruoli apicali: le donne quadri sono il 34% e il 32% dirigenti.

Marcato il gap salariale: la retribuzione media annua lorda (quadri, operai, impiegati e apprendisti) è di 33.141 euro per gli uomini conto 23.262 euro per le donne.

Il report biennale sull’occupazione maschile e femminile in Veneto è un prezioso strumento di monitoraggio – commenta l’Assessore regionale Elena Donazzan –. I dati confermano il Veneto come una delle regioni a tasso di occupazione femminile più alto, impegnata per una sempre maggiore diffusione dei valori di parità. Purtroppo, i dati incoraggianti presentati sono riferiti ad una situazione pre-pandemica: sarà, quindi, doverosa una riflessione sul ruolo del Covid-19 e sulle sue ripercussioni nel mondo del lavoro in sede di
pubblicazione del prossimo report biennale”.

La nuova programmazione 2021-2027 dovrà vederci fare tesoro della nostra capacità di reazione e risposta ai cambiamenti, tenendo conto delle misure efficaci da mantenere – conclude Donazzan –. Abbiamo a disposizione molte risorse, delle quali 42,5 milioni di euro per iniziative esclusivamente dedicate alle donne. L’obiettivo della Regione è oggi puntare tutto sulla riqualificazione, l’accompagnamento e rimotivazione al lavoro, per gestire al meglio la transizione dall’inattività all’attività, con un forte del contributo dei centri per l’impiego”.