Pronto soccorso, Nursing: “In Veneto 100 euro all’ora per gli straordinari dei medici. Agli infermieri 1300 all’anno di indennità”

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La carenza di medici in Italia rischia di diventare strutturale, ma intanto quelli che operano nei pronti soccorsi italiani arrivano a essere pagati fino a 100 euro per un’ora di straordinario. E’ una delle distorsioni che è esplosa con la pandemia da Covid e che sta portando il sistema al collasso.

Che la carenza di medici non sia più un’emergenza temporanea lo confermano i dati sulle scuole di specializzazione diffusi da Anaao Assomed, la principale sigla dei medici ospedalieri. Nonostante l’aumento del numero di borse per specializzandi a quasi 15mila l’anno, sempre più neo laureati in medicina decidono infatti di diventare “medici a gettone“. L’allarme è stato lanciato ieri da Giammaria Liuzzi, responsabile giovani di Anaao Assomed, sulle pagine de Il Sole 24 Ore. A un medico a chiamata bastano 3-4 turni in pronto soccorso per guadagnare i 1.300 euro al mese degli specializzandi, ha tuonato.

Su un altro versante, collegato a questo fenomeno, sta la denuncia di Nursing – sindacato delle professioni infermieristiche – verso la Regione Veneto: “Nei pronti soccorsi gli straordinari dei medici sono pagati fino a 100 euro l’ora, mentre gli infermieri e le altre professioni sanitarie dovranno accontentarsi di 1300 euro l’anno di indennità! Continuano le sperequazioni all’interno di un sistema sanitario colmo di paradossi” afferma Antonio De Palma, presidente nazionale Nursing Up.

“L’abbiamo definita, senza esagerazioni, la sanità dei paradossi, la sanità delle disparità incomprensibili. E ancora una volta, e per la quarta volta, è la Regione Veneto a balzare agli onori per un provvedimento che certo non ci fa sorridere. Si ricorderà – spiega De Palma – la controversa vicenda dei Super Oss, quelle figure “quasi ibride”, che la Regione Veneto ha pensato bene di istituire per coprire la carenza infermieristica. Quante volte, con le nostre campagne stampa, abbiamo evidenziato che il nostro sistema sanitario ha bisogno sempre più di infermieri specializzati e di un indispensabile ricambio generazionale, e non certo di figure che, seppur di supporto, non potranno mai sostituire gli infermieri per competenze, professionalità e titolo di studio. Ma non va dimenticata, sempre in Veneto, la vicenda degli infermieri interinali retribuiti fino a 6mila euro al mese, colleghi che il più delle volte vengono ingaggiati da agenzie esterne. Tutto questo mentre i nostri infermieri si dimettono in massa o decidono di andare all’estero per accettare offerte certamente più dignitose”.

“Sempre il Veneto – prosegue De Palma – è stata una delle prime regioni a ingaggiare, precisamente nella Marca Trevigiana, nel luglio 2021, infermieri extracomunitari. La ragione è sempre la stessa: coprire le falle legate alla voragine del personale sanitario, laddove però, spesso le toppe rischiano di aggravare il problema che sta all’origine, visto che siamo di fronte a colleghi che il più delle volte non parlano la nostra lingua, con variegate tipologie di studio. Adesso, la Regione Veneto adesso, come se non bastasse, ancora una volta si distingue per le sue decisioni, in campo sanitario, tutt’altro che condivisibili. E’ dello scorso agosto infatti la notizia che, neanche a dirlo, per coprire le voragini di personale dei caotici pronto soccorsi, è stato siglato un accordo per pagare gli straordinari dei camici bianchi fino a 100 euro l’ora. Un accordo, quello raggiunto tra la Regione e le organizzazioni sindacali, che tenta di rendere nuovamente attrattiva l’area di Emergenza-Urgenza dove, tra carenza di personale, turni massacranti, aggressioni e contenziosi, non vuole lavorare più nessuno”.

Il presidente di Nursing ricorda quindi che le aziende ospedaliere in difficoltà ricorrono sempre più a cooperative e società private che assicurano la copertura dei turni a costi elevatissimi per la collettività, senza garantire la stessa qualità assicurata dai medici dipendenti assunti con concorso. Per questa ragione si è pensato bene di arrivare a pagare cifre del genere per i medici che decidono di restare ‘al fronte’, accettando di fare straordinari nei pronto soccorsi. “Fin qui non ci sarebbe nulla di male – continua Antonio De Palma – se questa notizia oggi non venisse messa a confronto con la conferma che in Veneto, così come in altre regioni, come previsto dal contratto collettivo nazionale gli altri operatori sanitari del comparto, che sono anche loro in prima linea nei pronto soccorsi, percepiranno una indennità annuale di 1.300 euro. Per i turni di straordinario nei medesimi pronti soccorsi, i medici percepiscono già oggi fino a 100 euro l’ora, invece agli infermieri e altri professionisti della sanità spetterà dal 2023 una indennità che, come dire, se da un lato è stata finalmente riconosciuta con il nuovo contratto, perché prima non c’era,  dall’altro resta ancora troppo lontana da quella della dirigenza medica”.

Per questo il sindacato degli infermieri chiede al Ministro della Salute “risorse integrative per il Sistema Sanitario Nazionale, questa volta destinate anche a bilanciare l’enorme divario esistente tra le retribuzioni del personale della dirigenza e quelle del resto del personale sanitario. Alla  fine dei giochi, 13 ore di lavoro straordinario di un medico costeranno, al sistema sanitario nazionale, più o meno l’equivalente di un anno intero di indennità di pronto soccorso destinata ad un infermiere. Il discorso è sempre lo stesso: non finiremo mai di denunciare alla collettività – sottolinea De Palma – l’enorme sperequazione ad oggi esistente, sia tra le retribuzioni dei medici e quelle degli infermieri e le altre professioni sanitarie, che in relazione al trattamento giuridico, mentre ai primi concede l’esercizio della libera professione intra moenia, agli altri la nega inspiegabilmente. Tutto ciò per noi travalica qualsiasi limite di oggettività e ragionevolezza! E non smetteremo certo di chiedere ai nostri interlocutori, se è davvero questo il metro di misura più equilibrato possibile per costruire la sanità del futuro”, conclude De Palma.