Quattro anni fa la devastante tempesta Vaia, Zaia: “Oggi possiamo dire che ce l’abbiamo fatta”

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Ricorre in questi giorni il quarto anniversario della tremenda calamità naturale che ha devastato l’area montana delle Dolomiti e Prealpi Venete. L’evento meteorologico estremo che ha distrutto interi boschi con il fortissimo vento caldo di scirocco  che si scagliò ad una velocità tra i 100 e 200 chilometri orari causando gravissimi danni. In Veneto la stazione dell’Arpa sul Monte Cesen ha registrato il passaggio di Vaja ad una velocità di 192,24 chilometri orari mentre sul Monte Verena ha toccato quasi i 170. Le raffiche hanno raggiunto la massima intensità a Passo Rolle, in Trentino, raggiungendo i 217 chilometri orari. A distanza di quattro anni è il Presidente della Regione Veneto Luca Zaia a ricordare il triste evento di una delle tempeste più devastanti di sempre.

In questi giorni di quattro anni fa, la Montagna veneta fu investita dalla peggior calamità naturale di sempre. La tempesta Vaia distrusse interi territori, gli alberi caddero a migliaia come bastoncini dello shangai. La gente di montagna, i veneti, l’Italia, capirono che eravamo di fronte a una tragedia violenta, imprevedibile, devastante. Ricordo con orgoglio che, dopo un breve sgomento, scattò la reazione: la Regione, gli Enti Locali, la Protezione Civile regionale, i Vigili del Fuoco migliaia di volontari, semplici cittadini con le lacrime agli occhi e la pala in mano per ricominciare. Oggi possiamo dire che ce l’abbiamo fatta, anche se c’è ancora da lavorare per completare quello che non esito a definire un miracolo di rinascita”.

La tempesta sconvolse le montagne del Veneto, dalle Dolomiti bellunesi all’Altopiano di Asiago. Esattamente il 29 ottobre 2018 la tempesta Vaia si abbattè con violenza mai vista, spazzando via una superficie boschiva pari a 70 mila campi di calcio, più di 15 milioni di alberi. I danni causati da venti anche a 200 chilometri all’ora furono valutati in 3 miliardi di euro. Case e infrastrutture crollate, strade interrotte, ospedali isolati, scuole e ferrovie chiuse, paesi senza elettricità e telefonia, laghi interrati, meraviglie della natura come i Serrai di Sottoguda distrutti. La tragedia causò anche la morte di tre persone.

Il Veneto – continua Luca Zaia – non si è pianto addosso e ha ricostruito in fretta, intraprendendo un Piano da oltre 2.200 cantieri per circa un miliardo, con le opere simbolo della ricostruzione dei Serrai di Sottoguda e della sistemazione del lago di Alleghe. Altri 360 cantieri sono partiti o stanno per farlo. E non ci fermeremo fino a che l’ultima foglia non sarà tornata a posto”.

I primi interventi e la ricostruzione sono stati gestiti in primis dallo stesso Luca Zaia, nella veste di Commissario ad acta, poi grazie al lavoro del Commissario Ugo Soragni che gli è succeduto, infine, nel gennaio 2022, con il decreto del Capo Dipartimento della Protezione Civile, che ha individuato la Regione come amministrazione competente per la gestione ordinaria e la prosecuzione degli interventi. Alla data di conclusione della gestione commissariale, a fine 2021, l’importo complessivo degli interventi di ricostruzione, ripristino e aumento della risposta del territorio ad eventuali future calamità programmati e finanziati nel triennio 2019-2021, assomma a quasi 920 milioni di euro.

Sono lavori sui quali abbiamo investito molto, perché l’incolumità umana viene
prima di tutto – conclude il Governatore – e perché, se un’altra catastrofe come
Vaia dovesse ricapitare non possiamo farci trovare impreparati”.