Referendum elettorale, domanda depositata a Roma da otto consigli regionali

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A due anni esatti dal Referendum sull’Autonomia, il Veneto leghista tenta di richiamare a raccolta gli elettori attorno ad una proposta di revisione, in senso maggioritario, dell’attuale legge elettorale.

“Questa mattina – spiega il presidente del Consiglio Regionale Veneto, il vicentino Roberto Ciambetti – insieme con il Vicepresidente del Senato Roberto Calderoli e i colleghi degli altri sette Consigli regionali che hanno approvato la medesima richiesta, abbiamo consegnato a Roma, presso la Corte di Cassazione, la proposta di referendum in materia elettorale. È il primo passo per restituire la voce ai cittadini italiani ai quali sarà chiesto di decidere su una questione semplice e fondamentale: i nostri rappresentanti al Parlamento nazionale devono essere scelti con gli alambicchi e le manovre di corridoio oppure con il sistema maggioritario che consente di conoscere subito il vincitore delle elezioni e il nome di chi ci governa? Noi crediamo che gli italiani abbiano il diritto di non essere più governati da maggioranze come quella attuale, frutto di alchimie da laboratorio. La ricetta giusta è il maggioritario: dobbiamo sapere subito chi vince e chi perde, e il giorno dopo chi governa e chi va all’opposizione”.

Insieme a Ciambetti, a Roma anche il consigliere regionale Alessandro Montagnoli (Lega), presidente della Prima Commissione permanente dell’Assemblea legislativa veneta. In Cassazione è stato depositato il quesito contenuto nella Proposta di Deliberazione Amministrativa n. 106, approvata mercoledì scorso dall’Aula, che contiene il quesito referendario per l’abrogazione  delle disposizioni del sistema elettorale della Camera e del Senato relative all’attribuzione dei seggi in collegi plurinominali con il sistema proporzionale.

Insieme con Ciambetti e Montagnoli, i rappresentanti dei Consigli regionali di Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Liguria, Abruzzo, Basilicata e Sardegna. La proposta è stata fatta ai sensi dell’articolo 75 della Costituzione il quale prevede che l’iniziativa referendaria spetti anche alle Regioni.

“La Costituzione – aggiunge Ciambetti – prevede che la richiesta di referendum venga approvata da almeno cinque Consigli regionali: oggi a Roma le Regioni erano otto, ben oltre il limite previsto dalla Carta, in rappresentanza delle diverse zone d’Italia, e questo elemento non può che rafforzare il senso della richiesta. Ora i tempi si fanno serrati: aver depositato entro il 30 settembre la richiesta consentirebbe di indire il referendum entro la prossima primavera”.

“La voce va restituita ai cittadini italiani – ribadisce Ciambetti – affinché si possano pronunciare democraticamente sulle regole del gioco e soprattutto per favorire la nascita di un sistema elettorale maggioritario: l’elettore deve conoscere subito il nome di chi lo governa e di chi rappresenta l’opposizione, fin dalla chiusura delle urne, senza incertezze e senza perdite di tempo”.