Salvataggio notturno di due giovani sulle Dolomiti ampezzane. Appello del Soccorso alpino: Mai sottovalutare le ferrate”

La sottovalutazione dei rischi presenti sulle vie ferrate ha convinto il Soccorso alpino e speleologico Veneto, dopo gli ultimi interventi effettuati, a diffondere via social un accorato appello a scalatori ed escursionisti: “Non sottovalutate mai le ferrate“.

Gli operatori del Soccorso Alpino, infatti, ieri son dovuto intervenire in notturna, con la minaccia di un temporale, per soccorrere due giovani veronesi bloccati senza casco, imbrago e pile sulla Ferrata Tomaselli alla Punta Fanes Sud a Cortina d’Ampezzo.

“Ancora un intervento concluso fortunatamente bene – commenta il Cnsas Veneto su Facebook – lungo una ferrata, di notte e con la minaccia del temporale. Premesso che il rischio zero in montagna non esiste, cerchiamo il più possibile di evitare di metterci per primi nei guai, seguendo accorgimenti di base fondamentali: consultare il meteo, avere conoscenza dell’itinerario scelto, preparazione e allenamento, non avere paura del vuoto ed essere dotati di casco, imbrago e dissipatore (che anche in caso di improvvisa emergenza, imprevisti, sosta prolungata, ci permette di essere sempre assicurati al cavo). Carichiamo nello zaino una pila frontale, magari non servirà, ma non pesa ed è meglio averla con sé”.

Eppure, la ferrata scelta dai due 25enni era descritta sulla relazione dell’itinerario attrezzato come “verticale, impegnativa, con passaggi esposti e tecnicamente difficili”. I due 25enni di Verona, attorno alle 21 di sabato sera hanno chiesto aiuto, incapaci di proseguire. Sotto la minaccia del temporale, le squadre del Soccorso alpino di Cortina e della Guardia di finanza sono partite con i fuoristrada per avvicinarsi il più possibile e poi proseguire a piedi, una volta sotto Forcella Col dei Bos.

I soccorritori hanno quindi risalito l’itinerario, in un’ora e mezza hanno raggiunto i due e li hanno dotati di casco e imbrago. Dopo averli assicurati, la squadra ha iniziato a calarli a valle, per poi riportarli sul sentiero e riaccompagnarli alla macchina al Passo Falzarego. Dal loro racconto, lasciata l’auto nel parcheggio della funivia del Lagazuoi, i due ragazzi erano partiti la mattina verso le 11 e, dopo un giro, erano arrivati dove la Cengia Veronesi si innesta nel tratto centrale della Ferrata, iniziando a ridiscenderla e fermandosi un centinaio di metri più sotto tra salti di roccia verticali, senza poter più proseguire. Le squadre sono rientrate alle due di notte.