Secondo giorno di sciopero dei medici di base: per Smi e Snami adesione all’80% degli iscritti

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Siamo obbligati a scioperare per farci ascoltare. Gli studi medici, degli iscritti al Sindacato Medici Italiani e al Sindacato Nazionale Autonomo Medici Italiani del Veneto saranno chiusi il 13 e 14 aprile” così Liliana Lora, Segretaria Regionale Smi e Salvatore Cauchi, Segretario Regionale Snami avevano annunciato le due giornate di sciopero. Alle due sigle sindacali aderiscono circa un terzo dei medici di base veneti.

Va detto che la Fimmg (Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale, che rappresenta il 64% dei circa 2.900 dottori di base veneti) non ha aderito allo sciopero, che secondo lo Snami avrebbe scioperato circa l’80% dei medici di famiglia associati. Una stima in linea con quella dello Smi, secondo cui anche molti professionisti non sindacalizzati o aderenti ad altre sigle avrebbero aderito allo stato di agitazione. Poche comunque le ricadute sul servizio in quanto a disagi, che pure erano stati previsti dalla Regione del Veneto, che in un comunicato aveva spiegato come lo sciopero potrebbe incidere sui servizi pubblici essenziali.

Ieri e oggi infatti sono comunque garantite le visite domiciliari urgenti ai pazienti non trasportabili, l’assistenza domiciliare integrata e l’assistenza domiciliare programmata per malati terminali e prestazioni indispensabili definite negli accordi regionali. “La Continuità Assistenziale (ex Guardia Medica) sta assicurando prestazioni non differibili a partire dalle certificazioni obbligatorie, certificati di malattia, prescrizioni farmaceutiche non differibili. Per le urgenze, i pazienti sono invitati a rivolgersi al Pronto Soccorso, mentre il 118 sta assicurando il soccorso avanzato.

I motivi dello sciopero
“Stiamo aspettando da aprile dell’anno scorso una convocazione in Regione della nostra delegazione trattante – spiega Liliana Lora – al fini di poter riorganizzare il nostro lavoro e togliere tutta quella burocrazia che ci occupa tempo rispetto alle visite e all’attività clinica che costituiscono il nostro lavoro. Non c’è stata neanche la convocazione del tavolo per l’informatizzazione, che deve agevolare tutti i percorsi di presa in carico del paziente anche nel post dimissioni e nei ricongiungimenti terapeutici, nonchè nelle richieste di visite e accertamenti. Scioperiamo perché sono state accorpare le sedi continuità assistenziale e ai medici di medicina generale serve del personale per agevolare attività clinica: per le attività di segreteria e quelle infermieristiche, a fronte delle esigenze di una popolazione sempre più anziana”.

Al centro, ci sono anche gli investimenti sulle Case di Comunità e i fondi del Pnrr destinati alle strutture e alle nuove Case di Comunità, “che rischiano – sostiene la segretaria regionale dello Smi – di restare delle scatole vuote”
Si replica il 20 e 21 aprile, quando, salvo non ci siano convocazioni da parte della Regione, sono previste ulteriori due giornale di agitazione.