Trionfa il vino, bocciata a Strasburgo l’etichettatura choc

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Il duro braccio di ferro tra produttori di vini e birre contro il Parlamento Europeo si è concluso con una netta vittoria delle nostre eccellenze. L’etichettatura choc proposta dalla Commissione Europea, con l’intento di dichiarare gravi danni alla salute, non è stata approvata. I parlamentari italiani hanno prodotto una relazione dettagliata con elementi precisi sui valori nutrizionali presenti nelle bevande alcoliche sotto la lente di ingrandimento annullando di fatto la proposta. Il settore vale 12 miliardi di euro di fatturato dei quali 7,1 miliardi di export e offre direttamente o indirettamente occupazione a 1,3 milioni di persone secondo un’analisi di Coldiretti.

Su quella che in molti definiscono un tentativo per demonizzare i prodotti di eccellenza del nostro Paese sono intervenuti alcuni membri della politica veneta che hanno fatto seguito alla nota presentata da Coldiretti. Come abbiamo già avuto modo di scrivere, il Veneto, produce più di 40 etichette di vino a marchio Doc e Docg, dopo la votazione a Strasburgo di ieri, 15 febbraio, i produttori della nostra regione possono tirare un sospiro di sollievo. L’unica novità presente in etichetta sarà costituita da una “allerta al consumo moderato”.

Il giusto impegno dell’Unione Europea per tutelare la salute dei cittadini non può tradursi – commenta Coldiretti – in decisioni semplicistiche che rischiano di criminalizzare ingiustamente singoli prodotti indipendentemente dalle quantità consumate. Si tratta peraltro di un orientamento incoerente con il sostegno accordato dal provvedimento alla Dieta Mediterranea, considerata un modello alimentare sano e benefico per la prevenzione di molte malattie, tra cui il cancro. L’Italia è il primo produttore ed esportatore mondiale di vino con le bottiglie Made in Italy che sono destinate per circa il 70% a Docg, Doc e Igt con 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc), 76 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), e 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30% per i vini da tavola. Il consumo pro capite in Italia – conclude Coldiretti – si attesta sui 33 litri all’anno con una sempre maggiore attenzione alla qualità, alla storia del vino, ai legami con i territori che spingono italiani e stranieri anche alla scoperta di cantine e aziende”.

Il punto di svolta di ieri sera a Strasburgo, alla fine, può essere accolto positivamente. Il fatto che in Europa sia stato accolto il messaggio che i danni dell’alcol derivano da un suo abuso, e non da un uso corretto e consapevole, è certamente più corretto. Ma l’Unione Europea dovrebbe essere più chiara e meno equivoca, perché poi, nella confusione, a rimetterci sono sempre i nostri produttori”. Commenta così il presidente dell’intergruppo Lega-Liga Veneta Alberto Villanova l’esito del voto.

Anche l’europarlamentare della Lega Mara Bizzotto, membro della Commissione Agricoltura interviene sulla vicenda: “Siamo soddisfatti perché abbiamo vinto una battaglia importantissima contro l’assurda proposta europea di etichettare il vino come cancerogeno che avrebbe messo in ginocchio migliaia di aziende vitivinicole italiane, ma non abbiamo ancora vinto la guerra. In queste settimane, infatti, dovremo affrontare altri folli attacchi da parte della UE contro il vino Made in Italy: in primis la partita sul Prosecco – Prosek tra Italia e Croazia e quella sul Nutriscore, con qualche burocrate europeo che vorrebbe etichettare i nostri vini con il bollino nero. Per questo sarà fondamentale tenere alta la guardia e fare squadra come sistema Italia, al di là degli schieramenti politici: c’è in gioco il futuro del settore agroalimentare italiano e milioni di posti di lavoro”.