Un anno dopo Vaia: 1.746 i cantieri aperti. Corsa contro il tempo per liberare i boschi

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Una veduta della piana di Marcesina (Enego) nell'estate del 2018 e nell'estate 2019

“Abbiamo ancora molte sfide da portare a termine ma stiamo lavorando senza sosta: 1.746 cantieri aperti, quasi 468 milioni di euro, vale a dire tutte le risorse disponibili, investite e cantierate. Un grande lavoro di squadra che sta producendo risultati incredibili per ricostruire le nostre montagne devastate esattamente un anno fa dalla tempesta Vaia”.  Lo ha affermato questa mattina Luca Zaia che, presentando il bilancio di un anno di commissariamento governativo, non ha nascosto l’emozione indossando la divisa della Protezione Civile Nazionale.

“Oggi intervengo da Commissario Delegato il maltempo di fine autunno 2018 – ha spiegato il presidente della Regione del Veneto illustrando quanto fatto in dodici mesi dalla tragedia che ha sconvolto le montagne venete – oggi è giusto presentare un bilancio e dare un’idea di cosa è stato Vaia e ringraziare tutti quelli che hanno vissuto quei giorni e che da allora stanno lavorare per ridisegnare e ricostruire dove c’è stata devastazione”.

“Stiamo lavorando da un anno – sottolinea Zaia – e abbiamo fatto un grande lavoro di squadra e i primi risultati si vedono. Solo per citare i boschi: la superficie boschiva colpita è stata di 20 mila ettari con 3 milioni di metri cubi di legname abbattuto. Il 90% del legname è stato venduto, ma molti tronchi non possono essere rimossi perché devono fungere da difesa paravalinghiva. Una volta tolti i tronchi, nella prossima stagione si potranno realizzare le opere di protezione”. Il governatore ha ringraziato tutti, in primis i cittadini dei paesi colpiti da Vaia, i 160 soggetti attuatori, coordinati da Nicola Dell’Acqua, e tutto il personale che sta lavorando incessantemente nei cantieri avviati. Un plauso al lavoro commissariale messo in atto in Veneto, infine, è arrivato anche dal direttore generale del Dipartimento della protezione civile nazionale Angelo Borrelli e dal capo del Corpo nazionale dei vigili del fuoco Fabio Dattilo, presenti a palazzo Balbi per la ricorrenza di un anno dalla tempesta più devastante che si ricordi in Italia.

Il piano del commissario

Tra i 1.746 cantieri, quelli previsti dal piano commissariale e contrattualizzati al 30 settembre sono complessivamente 984 per un importo di oltre 354 milioni di euro. Vanno sommati i 762 cantieri e attività avviate e concluse nei primi mesi per interventi di prima emergenza, per la maggior parte opere di ripristino di piccola entità, finanziate con 15 milioni di euro. Questo significa che i 377 milioni di euro assegnati dal Governo, cifra comprensiva dei primi sostegni per privati ed imprese, da investire per l’anno in corso e da cantierare entro il 30 settembre (in base al finanziamento relativo alla Delibera del Consiglio dei Ministri 8 novembre 2018 e Ordinanza del Capo della Protezione Civile 558 del 15 novembre 2018) è stata interamente impegnata.

Alla cifra stanziata dal Governo vanno aggiunti i 68 milioni di euro finanziati dalla Commissione Europea il 18 settembre scorso sono già stati destinati a vari interventi di sistemazione e ripristino, per la maggior parte a opere di sistemazione fluviale il Piave e i torrenti Cordevole, Maè e Ansiei. Cifra che siamo in attesa di ricevere sul conto corrente del Commissario. Inoltre sono stati investiti anche gli 814.796 euro raccolti grazie agli SMS solidali e i 4.378.674 del fondo “Veneto in ginocchio” destinati al recupero dei Serrai di Sottoguda.

L’organizzazione

Sono quasi mille i cantieri attivati a partire dalle strutture regionali, dalle società controllate della Regione e dai Comuni, che hanno operato senza poter contare su risorse aggiuntive. Infatti, i 984 interventi di mitigazione del danno e aumento della resilienza si stanno realizzando grazie al lavoro di tutti i 160 soggetti attuatori coinvolti (35 società e strutture regionali, 115 Comuni e 5 Province) che, in quattro mesi, da giugno a settembre, hanno stipulato i circa mille contratti.

I danni

Il totale delle richieste di contributo per danni a privati e attività produttive ammonta a circa 90 milioni di euro. Le domande ammesse a contributo sono state 833, in base alle quali il Commissario ha certificato danni per quasi 58 milioni di euro. Cifra alla quale vanno sommati danni ad attrezzature e scorte per oltre 12 milioni di euro. Il Piano del Commissario per il 2019 copre 25 milioni di euro di rimborsi che sono già in liquidazione; la copertura dei restanti 45 milioni di euro è prevista nel piano 2020.

Trasparenza della gestione commissariale

È stata predisposta una mappa georeferenziata nella quale, progressivamente, saranno inseriti tutti gli interventi con i dati relativi ai cantieri della gestione post-Vaia. Si tratta di uno strumento di monitoraggio che garantisce la massima trasparenza dato che, via web, chiunque potrà verificare l’andamento dei lavori e come sono state spese le risorse governative. Dei 1.700 interventi complessivi già 1.300 sono visibili (qui la mappa).

Il libro

Emozioni, ansie, paure, ma anche decisioni delicate prese con forza e senza esitazioni, raccontate in un diario che ripercorre il disastro che ha colpito il Veneto lo scorso autunno sono raccontate nel libro “I giorni di Vaia”, racconto personale e dettagliato di quanto accaduto un anno fa sulle montagne della nostra Regione, in particolare nel bellunese e sull’altopiano di Asiago, viste con l’occhio e con il cuore di Gianpaolo Bottacin, assessore regionale alla protezione civile che un anno fa si è trovato al centro di uno degli eventi atmosferici di maggiore impatto che il nostro Paese abbia mai vissuto. “L’idea dell’assessore Bottacin di riunire in un diario quell’esperienza mi ha restituito il senso dell’impegno di quei giorni con le impressioni rivissute e scandite minuto per minuto, ora per ora – sottolinea Zaia – giorni in cui anche per me e per lui la giubba della Protezione Civile regionale era diventata una seconda pelle”. “Ho scritto questo libro per due motivi – spiega Bottacin – da un lato ho voluto raccontare la mia esperienza personale, condividendo tutte le esperienze umane, gli incontri, l’umanità, le reazioni e capacità della nostra gente di rimboccarsi le maniche senza piangersi addosso. Dall’altra, mi è sembrato importante anche spiegare come funziona la macchina della Protezione Civile nel nostro caso, poi, era la prima volta che si metteva in pratica quanto contenuto nel nuovo Codice nazionale di Protezione Civile. Un’esperienza unica, che ha permesso di dimostrare a tutti quanto la Protezione Civile del Veneto è un’eccellenza e per me, personalmente, un grandissimo orgoglio”.