Veneto “salvo”, finisce in fascia gialla. Consentiti gli spostamenti, ecco le nuove regole

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C’è stata incertezza tutto il pomeriggio sulla “fascia” in cui sarebbe stato inserito il Veneto: gialla o arancione? Le differenze per i cttadini sarebbero state rilevanti. Il confronto fra Roma e Venezia è andato avanti a lungo, per fissare le restrizioni differenziate da regione a regione in base alla fascia di rischio contagio da Sars-Cov-2.

Alla fine, nella conferenza stampa del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, alle 20.20 di mercoledì, è giunta la notizia che fa tirare un respiro di sollievo ai veneti: la regione è classificata in zona “gialla” e non “arancione”, quindi con restrizioni meno pesanti (nel corso della giornata è sparita la dicitura “fascia verde”, in quanto in tutto il paese l’epidemia è rilevante).

È stato il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, firmato ieri da Conte, a stabilire quali regioni andavano inserite nelle categorie rossa, arancione e gialla. Gli indicatori che decidono la collocazione sono 21: dall’occupazione dei posti letto in terapia intensiva alla capacità di fare il tracciamento, dalla diffusione del virus alla rapidità nel fare i tamponi. Due le “colonne” che stanno dietro a tali criteri: il primo è la “classificazione complessiva del rischio“, che ora nelle diverse Regioni italiane è alto oppure moderato; il secondo è lo “scenario“, basato soprattutto sull’Rt, e ha un livello tra l’1 e il 4.

In base al nuovo Dpcm, le regioni che hanno un rischio alto e uno “scenario 3” vanno nella categoria intermedia (arancione): in questa fascia ci sono la Puglia e Sicilia. Quelle che hanno un rischio alto e uno “scenario 4” finiscono nella categoria con più prescrizioni (rossa): qui ci sono Calabria, Lombardia, Piemonte e Valle D’Aosta. Tutte le altre regioni sono in categoria gialla. Va sottolineato che il rischio alto è stato assegnato anche alle Regioni che avevano inizialmente mandato dati incompleti, fra le quali la Liguria e il Veneto, che hanno anche uno scenario 3 e quindi rischiavano di finire nella categoria arancione. L’integrazione dei dati ha portato probabilmente alla “promozione” ad una fascia di restrizioni più leggera.

Le regole per la fascia gialla. Nella zona gialla sono valide le misure stabilite dal governo per tutto il territorio nazionale, senza le ulteriori restrizioni, dunque, volute per differenziare queste regioni da quelle considerate più a rischio. Tra le norme essenziali ci sono: l’obbligo di indossare la mascherina quando si esce di casa e il divieto di uscire da casa tra le 22 e le 5 (si può uscire esclusivamente per motivi di lavoro, di salute o casi di necessità). Stabilita anche la chiusura dei centri commerciali nei giorni festivi e prefestivi, ma rimangono aperti al loro interno i negozi alimentari, le farmacie, parafarmacie ed edicole. Chiuse anche mostre, musei e sale bingo. Per quanto riguarda i mezzi pubblici, confermata su tutto il territorio la capienza ridotta del 50%, mentre la scuola sarà in dad dalle superiori. Restano consentiti gli spostamenti sia all’interno del proprio Comune sia fuori. Permesso anche raggiungere un’altra regione purché anch’essa inserita in fascia gialla. Per quanto riguarda lo sport, è consentito svolgere attività sportiva o attività motoria all’aperto, anche nelle aree attrezzate e parchi pubblici, ovviamente dove questi siano accessibili e comunque nel rispetto della distanza di sicurezza. Restano aperti nella fascia gialla anche i circoli sportivi, ma è vietato l’uso degli spogliatoi. Restano chiuse, invece, piscine e palestre.

L’entrata in vigore delle nuove norme è slittata a venerdì. Slitta di un giorno infatti la partenza del nuovo decreto, compreso il coprifuoco nazionale, e scatteranno da venerdì anche le misure più restrittive in tutte le zone, come si apprende da fonti del ministero della Salute.