Via libera del Consiglio Regionale alla fusione, Valbrenta verso il voto (senza Solagna)

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Dopo il passaggio in Prima Commissione, il Consiglio regionale del Veneto ieri ha dato l’ufficiale via libera a tre fusioni di comuni nelle province di Belluno, Treviso e Vicenza. Nel corso della seduta, infatti, alla luce degli esiti dei referendum del 16 dicembre scorso, ha approvato all’unanimità i progetti di legge che istituiscono tre nuovi Comuni a seguito di altrettanti processi di fusione.

In particolare, hanno ricevuto via libera il Progetto di legge istitutivo del nuovo Comune di ‘Borgo Valbelluna’ (fusione dei Comuni di Mel, Lentiai e Trichiana in provincia di Belluno); quello istitutivo del nuovo Comune di ‘Pieve del Grappa’ (fusione dei Comuni di Crespano del Grappa e Paderno del Grappa in provincia di Treviso); e quello che istituisce in Provincia di Vicenza il nuovo Comune di Valbrenta: in questo caso la fusione riguarderà i Comuni di Cismon del Grappa, Valstagna, San Nazario e Campolongo sul Brenta, ma non interesserà, com’era previsto in origine, il Comune di Solagna, i cui cittadini si sono espressi in modo sfavorevole rispetto alla fusione.

Il Capogruppo della Lega Nord Nicola Finco, relatore in Aula di questo progetto di legge, ha ricordato che la fusione dei comuni della Valbrenta si colloca a valle di un percorso di progettualità e di condivisione di obiettivi iniziato oltre vent’anni fa e ha auspicato inoltre un grande riforma della pubblica amministrazione che interessi tutto il paese, con particolare riferimento al livello degli enti locali.

Il correlatore Stefano Fracasso, Capogruppo del Partito Democratico, ha posto invece l’attenzione sul ruolo del Consiglio regionale, ovvero se l’Assemblea legislativa regionale debba limitarsi a ratificare gli esiti referendari relativi alle fusioni oppure se è possibile esercitare in questo caso l’autonomia consiliare: ad esempio, nel caso di Valbrenta, se il Consiglio debba validare gli esiti della consultazione oppure, alla luce di un risultato complessivo favorevole alla fusione e di una serie di dati di fatto quale ad esempio la continuità geografica dei territori interessati, effettuare una scelta politica che vada oltre il risultato del referendum, ipotesi rispetto alla quale, nel caso di specie e con sfumature diverse, hanno manifestato contrarietà nel corso dei rispettivi interventi i Consiglieri Antonio Guadagnini (Siamo Veneto) e Piero Ruzzante (Liberi e Uguali).

Sull’argomento, è intervenuto anche il Presidente della Prima commissione permanente del Consiglio regionale del Veneto Alessandro Montagnoli (Lega Nord), annunciando che a partire dalle prossime sedute l’organismo consiliare e, in particolare il sottogruppo che si è formato in seno alla Commissione, si riunirà proprio per affrontare il tema della revisione dei provvedimenti legislativi che disciplinano l’iter procedurale dei processi di fusione dei comuni.

L’Assemblea, infine, alla luce dei risultati dei rispettivi referendum consultivi che hanno bocciato le fusioni, ha votato all’unanimità l’indicazione di non proseguire gli iter legislativi di altri cinque processi di fusione: Terre Conselvane (Padova), Frassinelle Polesella (Rovigo), Fortezza d’Adige (Verona), Pieve dei Berici e Colbregonza nel Vicentino.

Il progetto di legge per la nascita di Colbregonza (relatore, il consigliere della Lega Nord Maurizio Colman), prevedeva la fusione dei Comuni di Carrè e Chiuppano, ma il referendum ha avuto esito negativo. Stop definitivo anche per Pieve dei Berici, che doveva nascere dalla fusione fra i Comuni di Longare (unico con una maggioranza di Si al referendum), Castegnero e Nanto (contrari).