Conte al Senato, oggi il voto. Dalla crisi di governo alla riforma elettorale

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Il premier Conte ha incassato ieri una fiducia piena alla Camera, con 321 voti a favore, sei oltre la maggioranza assoluta. Hanno votato sì cinque deputati ex M5S, il dissidente sempre pentastellato Andrea Colletti e l’azzurra Renata Polverini che, con il suo sì, ha annunciato l’addio a Forza Italia. Oggi la palla passa al Senato, dove però i numeri sono però strettissimi: la maggioranza assoluta di 161 voti appare fuori portata, il sostegno al governo oscilla tra 154 e 156 voti.

“Chiediamo un appoggio limpido, un appoggio trasparente, che si fondi sulla convinta adesione a un progetto politico. Certo i numeri sono importanti, oggi lo sono ancor di più. Questo è un passaggio fondamentale nella vita istituzionale del nostro Paese ed è ancora più importante la qualità del progetto politico” dice il premier Conte nelle comunicazioni al Senato. “In questi giorni ci sono state continue pretese, continui rilanci concentrati peraltro non casualmente sui temi palesemente divisivi rispetto alle varie sensibilità delle forze di maggioranza. Di qui le accuse, a un tempo di immobilismo e di correre troppo, di accentrare i poteri e di non aver la capacità di decidere. Vi assicuro che è complicato governare con chi mina continuamente un equilibrio politico pazientemente raggiunto dalle forze di maggioranza”.

“In questi mesi così drammatici, pur a fronte di una complessità senza precedenti, questa maggioranza ha dimostrato grande responsabilità, raggiungendo, certamente anche con fatica, convergenza di vedute e risolutezza di azione, anche nei passaggi più critici. I ristori del nuovo decreto – continua il presidente del Consiglio –  saranno proporzionati alle perdite subite il che non significa che sono sufficienti a compensare le perdite subite. Si è detto che le opere del decreto semplificazioni sarebbero ancora bloccate per la designazione dei commissari: innanzitutto la lista c’è ma poi non è così, le opere non sono mai state bloccate, perché i poteri dei commissari sono stati attribuiti dal decreto semplificazioni ai responsabili unici di progetto.
Gli appalti di Anas e Fsi sono cresciuti a 43,3 mld rispetto ai 39,4 del 2019. E’ un florilegio ma lo dico: questo è stato possibile grazie alla condivisione, collaborazione, responsabilità in ciascuna forza politica”.

Per quanto concerne la riforma sulla legge elettorale il premier ha ribadito la volontà di promuovere, nel rispetto delle determinazioni delle forze parlamentari, una riforma elettorale di impianto proporzionale, quanto più possibile condivisa, trattandosi di una riforma di sistema, che possa coniugare efficacemente le ragioni del pluralismo della rappresentanza con l’esigenza, pur ineludibile, di assicurare una complessiva stabilità al sistema politico.

“Negli anni passati – sottolinea Conte – abbiamo vissuto una frammentazione della rappresentanza, il quadro politico si è andato differenziando e nuovi processi si sono imposti. Con questo quadro non possiamo fare una legge elettorale che costringa nello stesso involucro sensibilità molto diverse: questo porterebbe alla instabilità. Piuttosto bisogna favorire appieno, se vogliamo ricomporre il quadro, la rappresentanza democratica di tutte le realtà che sono sul campo. Ovviamente poi le forze politiche per governare saranno chiamate a sottoscrivere accordi su programmi di alto profilo, alto contenuto ideale”.