Aggressioni e minacce a infermieri e operatori sanitari, un video contro la violenza da Ulss 8

Ascolta l'audio
...caricamento in corso...
Medici e infermieri sempre in prima linea nell'emergenza (nell'immagine dell'Ulss 8 Berica la "squadra" di ostetricia")

Si avvicina la data che per il secondo anno consecutivo invita l’Italia alla sensibilizzazione sul problema legato alla tutela del personale sanitario, sempre più spesso preso di mira e oggetti di aggressioni verbali e fisiche da utenti esasperati e, talvolta, anche da soggetti fuori dalla legalità. Un problema crescente, in particolare nelle metropoli di Napoli e Roma stando ai fatti di cronaca recenti, ma che non risparmia in realtà quasi nessun polo di cura se si pensa a minacce, insulti e altri atti inconsulti che i lavoratori della sanità sono spesso costretti a subire. Basti pensare ai 110 episodi conteggiato in un anno solo negli ospedali dell’Ulss 8 Berica, di cui 22 con contatto fisico.

In vista quindi di domenica 12 marzo, in cui si celebra la seconda edizione della “Giornata nazionale di Educazione e Prevenzione contro la Violenza nei confronti degli Operatori Sanitari e Socio-Sanitari”, anche la direzione generale si è attivata a Vicenza e bacino di competenza per portare una testimonianza concreta legata alla necessità di una presa di posizione collettiva e partecipata contro un fenomeno le cui dimensioni sono in continuo aumento. Sia per numero di eventi che per gravità degli stessi.

Oltre all’adesione formale alle iniziative di carattere nazionale, di concerto con gli ospedali di Arzignano e Noventa in particolare dove saranno allestiti dei corner informativi, è dal polo di cura del San Bortolo di Vicenza che viene diffuso un video destinato alla stampa e ai social media, con protagonisti alcuni operatori tra infermieri professionali e operatori Oss, con l’obiettivo di sensibilizzare i cittadini sul tema. Anche i medici vicentini si schierano a fianco dei preziosi colleghi dei reparti.

“Proprio la diffusione di una cultura di educazione e rispetto, che condanni ogni forma di violenza nei confronti dei sanitari – si legge nel comunicato di Ulls 8 Berica – e promuova il contrasto alla crescente cultura di aggressività nei confronti degli operatori sanitari, è uno degli strumenti principali per arginare il fenomeno. L’altro è la formazione degli operatori sanitari, sia per imparare a riconoscere le situazioni potenzialmente a rischio e attuare tecniche di contenimento, sia per mettere in atto eventuali contromisure di autodifesa nei casi più gravi: su questo va ricordato che la Regione Veneto ha avviato un progetto specifico, formando un gruppo di operatori sanitari incaricati poi di trasferire ai colleghi le competenze acquisite, secondo il modello della formazione peer to peer”.

Immagine dal web ai tempi della pandemia Covid-19

In prima linea in questa missione anche i dirigenti della sanità territoriale. “Queste iniziative di sensibilizzazione della popolazione e di formazione degli operatori si rendono necessarie per contrastare un fenomeno che è sempre più diffuso – sottolinea qui Maria Giuseppina Bonavina, a capo di Ulss 8 Berica – e che comprende non solo aggressioni fisiche ma anche verbali, incluse minacce di ricorrere alle vie legali se non vengono soddisfatte richieste del tutto immotivate sul piano scientifico e organizzativo. È sconcertante pensare che solo tre anni fa gli operatori sanitari venivano definiti eroi, con tanto di striscioni alle finestre, e oggi ci troviamo a parlare della giornata nazionale contro la violenza nei loro confronti.

È evidente inoltre che in un momento di generale difficoltà a reperire personale sanitario, questo atteggiamento sempre più diffuso rappresenta un ulteriore ostacolo, perché crea disaffezione verso il posto di lavoro nella sanità pubblica, con un conseguente grave danno per tutta la collettività. Vorrei che quei cittadini che scaricano la propria aggressività sui nostri operatori pensassero a come sarebbe tutto più difficile, per loro, se i nostri medici, infermieri e operatori Oss non fossero ogni giorno sul loro posto di lavoro per assisterli”.