Ancora violenza in carcere contro le guardie: due feriti dopo la “ribellione” di un detenuto

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Gli interni del carcere di Vicenza

Un detenuto di nazionalità estera va in escandescenza nel carcere circondariale di Vicenza e, in due diversi momenti, aggredisce con violenza furiosa due poliziotti e li manda in pronto soccorso con ferite fortunatamente non gravi.

Il penitenziario berico “Del Papa” nei giorni scorsi è tornato nuovamente alla ribalta della cronaca locale, lamentando due membri del personale di sicurezza interno costretti a recarsi al San Bortolo di Vicenza per farsi curare contusioni e altri traumi di lieve entità dopo colluttazioni con “ospiti” della prigione.

A renderlo noto è l’organizzazione Uspp, sigla che riunisce a livello nazionale gli agenti di polizia penitenziaria. “Le aggressioni in Veneto sono all’ordine del giorno” sottolinea in un passaggio cruciale di una nota stampa il segretario di zona Leonardo Angiulli, e solo nello scorso ottobre un episodio simile si verificò negli stessi corridoio del carcere berico. In questa occasione, invece, secondo la ricostruzione del Giornale di Vicenza, il detenuto in questione era stato ripreso per comportamenti non adeguati nella propria cella, pare delle scritte alle pareti contro le forze dell’ordine e lo Stato, reagendo con un pugno al volto di una guardia carceraria.

A distanza di poco tempo, poi, si sarebbe ribellato a chi lo portava coattivamente in una stanza d’isolamento, sferrando stavolta una testa al volto a un secondo operatore. A quel punto, l’intervento di altri colleghi ha riportato alla calma il condannato, del quale non sono note le generalità. Di sicuro dopo aver provocato lesioni giudicati guaribili rispettivamente in 2 e 5 giorni di prgnosi, il picchiatore “arricchirà” ulteriormente la propria fedina penale e dovrà rassegnarsi alla compagnia delle guardie carcerarie ancora più a lungo di quanto era dovuto fino a pochi giorni fa per espiare le proprie colpe.

Sempre da parte del sindacato vien ribadita la necessità di dotare il personale delle “pistole elettrice” meglio note come taser, ritenuto strumento utile nell’espletamento del lavoro di custodia dei detenuti, oltre che auspicare una riforma significativa delle normative attuali. “L’aggressione a un uomo che fa osservare leggi dello Stato – continua Angiulli – dovrebbe essere un reato grave, che si dovrebbe ripercuotere sui benefici di legge che lo stesso Stato ad oggi concede”. Il problema quasi quotidiano degli episodi di violenza all’interno del carcere di Vicenza si associa a quello cronico del sovraffollamento delle celle, con la struttura penitenziaria berica che attualmente ospita oltre il doppio dei detenuti rispetto alla capienza originariamente assegnata.