Aperta in Basilica la mostra “I creatori dell’Egitto eterno”: un tuffo nella storia fra reperti e multimedialità

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Credit Matteo Catania

Guarda con i tuoi occhi tutti i mestieri e tutto quello che è stato scritto, e vedrai che le parole che ti ho detto sono eccellenti. Diventerai uno scriba e te ne andrai per la casa della vita, diventerai come un baule di libri”.Sono le parole che lo scriba Amennakht dedica, in un testo noto come “L’insegnamento di Amennakht”, al suo allievo. Ad Amennakht e al suo collega Hori si deve anche il Papiro delle Miniere d’oro, contenente la più antica carta geografica con informazioni geologiche di cui si abbia conoscenza. Quella di Amennakht è solo una tra le tantissime testimonianze che emergono dalla operosa e colta comunità di Deir-el Medina, villaggio fondato intorno al 1500 a.C. sulla riva ovest del Nilo, di fronte all’attuale città di Luxor, e destinato a ospitare gli artigiani qualificati (e le loro famiglie), che ebbero il compito di costruire e decorare le tombe reali della Valle dei Re e della Valle delle Regine per buona parte del Nuovo Regno (1539-1076 a.C. circa).

È proprio questa straordinaria storia di scribi, disegnatori, operai, artigiani e artisti che la mostra “I creatori dell’Egitto eterno. Scribi, artigiani e operai al servizio del faraone”, che ha aperto i battenti oggi, dopo la presentazione di ieri con il sindaco Francesco Rucco, l’assessore alla cultura Simona Siotto, l’Executive Director Arte, Cultura e Beni Storici Intesa SanPaolo Michele Coppola, e i curatori: il direttore del Museo Egizio Christian Greco, la docente di Egittologia al Politecnico di Milano Corinna Rossi, gli egittologi e curatori del Museo Egizio, Cédric Gobeil e Paolo Marini.

Il parallelismo fra Vicenza e Deir el-Medina
“Con questa mostra si completa il ciclo delle tre grandi rassegne di rilievo internazionale volute dall’amministrazione comunale di Vicenza e organizzate con l’obiettivo di valorizzare le eccellenze culturali del territorio, coniugando originalità e attrattività nelle proposte espositive – spiega il sindaco Francesco Rucco -. Forte della presenza di importanti oggetti e preziosi reperti che rappresentano pienamente l’idea iconica che abbiamo dell’antico Egitto, la mostra propone un parallelismo che può essere instaurato tra la città di Vicenza e Deir el-Medina, il villaggio egiziano in cui vissero gli artigiani che costruirono e decorarono le tombe reali della Valle dei Re e della Valle delle Regine, sulla sponda occidentale del Nilo, di fronte alla capitale Tebe. Come Vicenza è stata un centro di produzione artistica e architettonica importantissimo del Rinascimento italiano, così gli uomini che a Deir el-Medina si dedicarono alla realizzazione delle splendide tombe dei faraoni sono stati in gran parte gli artefici del nostro immaginario di riferimento dell’antica cultura egizia. Nonostante l’enorme distanza che li separa nello spazio e nella storia, questi due luoghi hanno visto crescere un periodo di grande sviluppo e sperimentazione che, grazie all’opera e all’ingegno di uomini straordinari, ha definito una nuova immagine del mondo giunta fino a noi”.

I reperti
Il 2022 è stato l’anno in cui si sono celebrati gli anniversari di due avvenimenti fondamentali per la storia dell’Egittologia: i 200 anni dalla decifrazione dei geroglifici da parte di Champollion e il centenario della scoperta della tomba di Tutankhamon. Un anniversario importante, nel quale il Museo Egizio cura, per la prima volta in Italia, un progetto espositivo così importante “al di fuori del museo”, presentando una straordinaria selezione di reperti e sviluppando un tema centrale per gli studi egittologici.
In mostra sono esposti, infatti, 180 reperti originali, 160 provenienti dal Museo Egizio e 20 dal Louvre di Parigi, tra i quali statue, sarcofagi, papiri, bassorilievi, stele scolpite e dipinte, anfore, amuleti, strumenti musicali, che permettono di ricostruire la vita quotidiana degli abitanti di Deir-el Medina.
Molti dei manufatti, quali fusaiole, cesti, spatole venivano usati ogni giorno dalle persone per svolgere le loro attività quotidiane. Di grande interesse si rivelano i numerosi “ostraka”, frammenti di vasi o schegge di pietra utilizzati dagli Egizi per esercitarsi, come su una sorta di tablet contemporanei, nella scrittura e nel disegno. I testi tramandati sono di varia natura: da documenti amministrativi ed economici a scritti di carattere religioso o letterario, poesie d’amore e lettere private. In mostra anche disegni di scorci più intimi, come l’ostrakon che raffigura una scena di allattamento o quello che rappresenta due donne intente a ingioiellarsi all’interno delle loro stanze.

Molti i tesori nascosti provenienti in gran parte dalle collezioni del Museo Egizio, che sono presentati al pubblico in occasione dell’esposizione. Tra questi il sarcofago antropoide di Khonsuirdis e il celebre corredo della regina Nefertari proveniente da una delle più belle tombe della Valle delle Regine, che torna in Italia, a Vicenza, dopo diversi anni di tour all’estero, in prestito a musei ed enti internazionali. Ci sono poi oggetti inediti, che fanno parte della Collezione del Museo Egizio, che vengono esposti per la prima volta a Vicenza.
Ai reperti originali si uniscono alcuni contenuti multimediali, che senza sostituirsi all’imprescindibilità della cultura materiale, intendono ampliare, come una sorta di “doppio digitale”, le informazioni e le conoscenze che gli oggetti stessi ci tramandano. Di particolare impatto l’installazione curata dal Museo Egizio e realizzata appositamente per la rassegna di Vicenza, che svela per la prima volta i segreti del famoso Papiro della tomba del faraone Ramesse IV, estremamente fragile e perciò non trasportabile.
La rassegna è accompagnata da un ampio catalogo Marsilio Arte cui hanno preso parte alcuni dei maggiori studiosi ed egittologi internazionali.

Oggi giovedì 22 dicembre alle 18 si è tenuto, nel primo giorno di apertura della mostra, un incontro con Christian Greco al Teatro Comunale di Vicenza e sono in programma ulteriori incontri con i curatori.
Per tutte le informazioni e gli aggiornamenti è consultabile il sito mostreinbasilica.it.