Sgombero dei No Tav con gli idranti della Polizia di Stato. Tensione al bosco Ca’ Alte


Giornata di passione e soprattutto di tensione quella in corso a Vicenza città, nel quartiere dei Ferrovieri, dove permane attivo un sit-in delle sigle No Tav. Già da questa mattina si è arrivati allo scontro con la polizia di Stato a procedere allo sgombero in località Ca’ Alte, in aperta campagna segnata dal bosco limitrofo, dove è stato allestito un presidio di protesta con un gazebo e alcune bandiere di associazioni ambientaliste.
Dopo aver trovato resistenza, le forze dell’ordine sono poi passate agli idranti per sfollare manifestanti e attivisti che avevano alzato delle barricate per fronteggiare i poliziotti, salvo muoversi nel primo pomeriggio nella vegetazione intorno. Alcuni si sarebbero incatenati dall’alba a scopo dimostrativo, altri si sono arrampicati sulle piattaforme più alte, rallentando i lavori. Chiusa al traffico temporaneamente per motivi di sicurezza via Maganza, poi riaperta nel pomeriggio di martedì.
Almeno una cinquantina di persone che si erano attrezzate poi con degli “scudi” artigianali per respingere i getti d’acqua lanciati da una camionetta della Questura, con circa 70/80 agenti in tenuta antisommossa impegnati. Sullo scenario degli eventi si sono visti tecnici di Iricav Due, il consorzio di esecuzione dei lavori al suolo per la linea ad Alta Velocità in costruzione e oggetto di contestazione, e anche il sindaco di Vicenza Giacomo Possamai, che ha incontrato una delegazione di attivisti. Tra i presenti c’è chi assicura di non voler lasciare il presidio in difesa di 14 ettari di natura, alle Ca’ Alte, altrimenti destinati allo sradicamento per la linea Tav. Cittadini residenti e varie sigle di associazioni si oppongono infatti alla cementificazione della zona, dove si prevede il passaggio della linea Tav e strade.
Oltre alle forze dell’ordine con i mezzi d’ordinanza e altri veicoli speciali, nell’area ad Ovest del centro di Vicenza si sono visti anche i vigili del fuoco. Alcune ruspe hanno avuto accesso all’interno del bosco, abbattendo le piattaforme di legno costruite dagli ambientalisti. Oltre al bosco di Ca’ Alte, a rischio anche il “cespuglio urbano” rappresentato dal bosco Lanerossi sempre in città, che sorge a fianco dell’ex stabilimento tessile.
La notizia è in aggiornamento
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