Coldiretti Vicenza rimarca il rialzo dei beni alimentari: +55% zucchero, +44% olio di semi

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Coldiretti Vicenza analizza i dati aggiornati di Istat relativi ai beni alimentari di maggior consumo e pone l’attenzione sul rapporto tra il rialzo dei costi e dei prezzi al dettaglio. Un dato in controtendenza, quello del mese di febbraio 2023, rispetto all’andamento generale quello che denota l’accelerazione dei prezzi dei beni alimentari, che aumentano in media del 12,9%. Con punte massime del 55% per lo zucchero, di cui l’Italia è deficitaria, e del 44% per l’olio di semi, soprattutto quello di girasole, che risente della guerra in Ucraina, uno dei principali produttori.

È quanto afferma la Coldiretti nazionale nel commentare i dati Istat sull’inflazione generale, che a febbraio scende in media al 9,1%. Constatazioni che non preoccupano non solo chi da cliente si rifornisce di prodotti di prima necessità, ma anche da agricoltori, allevatori e imprese di trasformazione degli allenamenti di cui il Vicentino è forza motrice nel Nord Est Italia.

“Ad aumentare – spiega l’associazione Coldiretti dalla sede provinciale di Vicenza – sono sia i prezzi degli alimentari non lavorati (+8,7%), che quelli lavorati (+15,5%), che risentono del netto balzo dei costi di produzione legati a trasformazione e al confezionamento. Difficoltà che si estendono dalle tavole dei consumatori anche alle imprese, per le quali si sono registrati nell’anno di guerra aumenti dei costi dal vetro alle etichette, dal cartone ai barattoli di banda stagnata, dai mangimi al gasolio”.

Per difendersi dagli aumenti 8 consumatori su d10 ieci hanno preso l’abitudine di fare una lista ponderata degli acquisti da effettuare, per mettere quindi sotto controllo le spese d’impulso. E sono cambiati anche i luoghi dove si fa la spesa, con il 72% dei cittadini che fa la spesa nei discount, mentre l’83% punta su prodotti in offerta. “Le famiglie, infatti – sottolinea Coldiretti Vicenza – vanno a caccia dei prezzi più bassi, anche facendo lo slalom nel punto vendita, cambiando negozio, supermercato o discount alla ricerca di promozioni per i diversi prodotti”.

Lo zucchero è il bene alimentare con costi più “impennati”

La pandemia prima e la guerra poi hanno dimostrato che la globalizzazione spinta ha fallito e servono rimedi immediati ed un rilancio degli strumenti europei e nazionali che assicurino la sovranità alimentare, riducano la dipendenza dall’estero e garantiscono un giusto prezzo degli alimenti per produttori e consumatori. “Nell’ambito del Pnrr abbiamo presentato tra l’altro – conclude Coldiretti – progetti di filiera per investimenti dalla pasta alla carne, dal latte all’olio, dalla frutta alla verdura con più di 50 proposte e migliaia di agricoltori, allevatori, imprese di trasformazione, università e centri di ricerca coinvolti. Si tratta di un impegno che ha l’obiettivo di combattere la speculazione sui prezzi con una più equa distribuzione del valore lungo la filiera per tutelare i consumatori ed il reddito degli agricoltori dalle pratiche sleali”.