Mafia, arrestati due coniugi che avrebbero favorito la latitanza di Matteo Messina Denaro

Ascolta l'audio
...caricamento in corso...

Altri due arresti oggi legati alla latitanza di Matteo Messina Denaro. Le indagini sui complici del boss hanno portato infatti in carcere, per favoreggiamento e procurata inosservanza di pena aggravati dal metodo mafioso, Emanuele Bonafede, nipote del boss di Campobello di Mazara, e la moglie Lorena Ninfa Lanceri. A incastrare la coppia una foto del boss che gli inquirenti hanno ritrovato nella loro casa in cui si vede solo il corpo Messina Denaro, al quale era stato appositamente tagliato il volto.

Il gip di Palermo, Alfredo Montalto, nel provvedimento che ha disposto la custodia cautelare in carcere per Emanuele Bonafede e Lorena Ninfa Lanceri scrive: “I coniugi, contrariamente a quanto dagli stessi dichiarato alla polizia giudiziaria nelle fasi precedenti, avevano stretto un intenso rapporto personale con Matteo Messina Denaro in epoche certamente risalenti a un periodo anteriore al gennaio 2017, epoca in cui il Messina Denaro era stato scelto dalla coppia per fare da padrino di cresima per loro figlio Giuseppe e aveva elargito il denaro necessario per acquistare al ragazzo un orologio di rilevante valore”.

Stando a quanto è emerso dalle indagini la coppia avrebbe ospitato in via continuativa e per numerosi giorni nella propria casa di Campobello di Mazara, il boss all’epoca latitante.  Messina Denaro sarebbe andato abitualmente a pranzo e a cena nell’appartamento dei due, entrando e uscendo indisturbato grazie ai controlli che i Bonafede svolgevano per scongiurare la presenza in zona delle forze dell’ordine. “I coniugi – scrivono i pm – avrebbero dunque fornito al boss prolungata assistenza finalizzata al soddisfacimento delle sue esigenze personali e al mantenimento dello stato di latitanza”.

Lorena Lanceri sarebbe inoltre inserita nel circuito di comunicazioni che ha consentito a Messina Denaro di mantenere contatti con alcune persone e sembra anche che provasse dei sentimenti nei suoi confronti. In un biglietto inviato al boss ancora latitante nel 2019 si legge: “Il bello nella mia vita è stato quello di incontrarti, come se il destino decidesse di farsi perdonare facendomi un regalo in grande stile. Quel regalo sei tu. Tu riesci a far diventare il nulla gli altri uomini – scriveva la donna – Con te mi sento protetta, mi fai stare bene, mi fai sorridere con le tue battute e adoro la tua ironia e la tua immensa conoscenza e intelligenza. Certo hai anche tanti difetti, la tua ostinata precisione . ma chi ti ama, ama anche il tuo essere così. Lo sai, ti voglio bene e come dico sempre un bene che viene da dentro. Spero che la vita ti regali un po’ di serenità e io farò di tutto per aiutarti”. “Sei un grande, anche se tu non fossi M.D.”. Questo biglietto è stato rinvenuto dagli investigatori a casa della sorella del boss Rosalia, arrestata pochi giorni fa.