La brutta di storia di Bruno, il meticcio nero prima rapito, poi picchiato e abbandonato

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Il vane sopravvissuto alle botte sferrate con un arnese di lavoro

Bruno, docile cane meticcio dal pelo nero di 10 anni, è finalmente tornato a casa, dove si sente più a suo agio. Alle spalle ha una storia agghiacciante, dai contorni non ancora chiari, divenuta un “caso” di cui in tanti a Dueville e dintorni hanno parlato nelle scorse settimane. Un cane innocente che prima è stato pestato selvaggiamente, forse per vendetta, per poi venire rapito e “sparire” per 6 giorni in cui era stato creduto morto, per mano ignobile. Dalle ferite fisiche, fratture e tagli, Bruno dovrebbe guarire con il tempo, sarà più difficile per lui tornare a fidarsi della razza umana, a volte mille volte più “bastarda” nell’accezione dispregiativa del termine, di quella canina.

I fatti risalgono allo scorso 31 maggio, non lontano dal centro di Dueville ma con risvolti della vicenda di cronaca a Schio, dove è residente un operaio 44enne che dovrà rispondere di una sfilza di reati dopo aver compiuto una serie di atti di violenza ancora inspiegabili.

A far le spese dell’instabilità psicoemotiva di N.S. il malcapitato quadrupede di nome Bruno, di proprietà di una donna che vive in via Corvo. Picchiato – probabilmente con un arnese da lavoro – nell’abitacolo secondo quanto risulta dalle perizie. Bruno sarebbe stato preso a forza e caricato in un furgone per poi essere portato via, al volante c’era l’ex genero della proprietaria del cane come accertato in seguito. Individuo già noto alle cronache macchiatosi ora di ipotesi di reato quali maltrattamento di animali e abbandono, nonchè del furto aggravato dello stesso cane.

Bruno è stata poi ritrovata a distanza di alcuni giorni in pessime condizioni, dopo un tam-tam mediatico, senza parte della dentatura e con i segni delle botte subite. Una storia che ha dell’incredibile di cui la comunità locale era venuto parzialmente a conoscenza tramite un post su un gruppo social in cui, seppur con varie imprecisioni, veniva diffusa la vicenda. Fatti di cui i carabinieri di Dueville erano già stati messi al corrente dopo la segnalazione presentata dalla proprietaria del cane, preoccupata sia per le condizioni dell’animale sia per se stessa, per eventuali ritorsioni vista la pericolosità sociale dell’ex compagno della figlia.

I fatti. Il 44enne di Schio, operaio di professione, in quella domenica accostò senza preavviso all’abitazione a bordo di un furgone bianco, mettendosi a far baccano con il clacson. Tempo di uscire di aprire il cancello del perimetro, l’autocarro però si stava già allontanando. Nessuna traccia visiva di Bruno, il cui lamento però era stato udito dalla proprietaria da dentro il furgone, ormai fuori portata. Subito la donna aveva avvisato i carabinieri che, dopo aver raccolto la testimonianza, hanno avviato le indagini.

In breve tempo i militari sono risaliti all’identità del 44enne, inviando una pattuglia della radiomobile a Schio per chiedere conto di quanto accaduto e nella speranza di restituire sano ma soprattutto salvo il fido amico alla sua famiglia. Lì i colleghi hanno trovato solo il furgone bianco, tra l’altro danneggiato – finestrino rotto e con arnesi sottratti -, risultato intestato alla ditta per cui l’operaio lavorava. All’interno erano evidenti le tracce ematiche e i peli di animale, circostanze che hanno di fatto confermato i dubbi che il cane fosse stato caricato e pestato a sangue proprio in quello spazio angusto.

La notte seguente i militari hanno atteso il rientro del sospettato, trovato in casa in evidente stato alterato. Riguardo alla sorte toccata al disperso cagnolino, è stato recuperato sei giorni dopo, quando ormai si temeva fosse stato ucciso. Molteplici i traumi riportati dalla bestiolina: fratture al cranio e varie contusioni e tagli, oltre ai denti rotti. Bruno è stato accudito dal personale del canile di Vicenza e curato da un veterinario, prima di essere restituito alla legittima proprietaria. Non dimenticherà mai la terribile disavventura, ma la speranza è che possa tornare a scodinzolare felice tra gli affetti di sempre e scrivere così un lieto fine.