Lupi e cinghiali in aumento, mancano agenti di Polizia Provinciale: “Intervenga la Regione”

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Un capriolo liberato dalla polizia provinciale di Vicenza (archivio)

Aumentano gli animali selvatici, con lupi, nutrie e cinghiali in primis, aumenta il carico di lavoro nella gestione della fauna selvatica, ma calano drasticamente le forze della Polizia Provinciale, con un numero di agenti “tagliati” da 39 a 16 nella Provincia di Vicenza e da 160 nel 2017 a soli 90 in tutto il Veneto entro la fine del 2022.

Numeri implacabili, emersi in occasione del direttivo dell’Upi (Unione delle Province) del Veneto a Vicenza, dove si è discusso di Polizia Provinciale (che ha compiti ambientali) e delle competenze delle Province.

Come si sia arrivati a questi numeri, che rendono complicata la gestione di una fauna selvatica in aumento, è facile a dirsi: la riforma delle Province ha lasciato la Polizia Provinciale nel limbo, oscillante tra Regione e Provincia, con organici che si impoverivano e nessuna assunzione.
Ma ora nel territorio si torna a dover fare i conti con animali selvatici che si riproducono velocemente e richiedono la presenta di un numero più consistente di agenti.

“La competenza della Polizia Provinciale ha ancora dei contorni di incertezza – ha specificato il presidente della Provincia Francesco Rucco – e il tavolo ha avuto il pregio di mettere a confronto Regione e Province di fronte ad un quadro nazionale che ancora non è chiaro. La Polizia Provinciale è stata svuotata nell’organico, mentre mantiene competenze importanti come il presidio del territorio, dell’ambiente e delle specie selvatiche che lo abitano. A Vicenza si traduce in un lavoro enorme, visto che abbiamo habitat molto differenti fra loro, siti naturali delicati che necessitano di tutele. Siamo tra le province con il maggior numero di cacciatori e pescatori e, non da ultimo, abbiamo la necessità di tutelare il territorio da animali selvatici che mettono a rischio colture e allevamenti e vanno perciò monitorati e contenuti”.

A fare gli onori di casa proprio il presidente di Vicenza Francesco Rucco e la vicepresidente Maria Cristina Franco. A condurre i lavori il presidente Upi Veneto Stefano Marcon, che è anche presidente di Treviso. Presenti i rappresentanti delle Province Venete. Presente anche l’assessore regionale delegato alla Caccia e Pesca Cristiano Corazzari.
Impossibile con 16 agenti presidiare tutto il vicentino – ha sottolineato il consigliere provinciale con delega alla Polizia Provinciale Mattia Veronese -. Non bastasse, a breve andrà in pensione anche il nostro comandante Claudio Meggiolaro e con lui perderemo un’esperienza e una conoscenza del territorio che solo anni di lavoro possono costruire. Dobbiamo rinforzare la nostra squadra di agenti e la Regione ci deve aiutare, altrimenti è a rischio la gestione del servizio.”

Un aiuto che la Regione Veneto, per voce dell’assessore Corazzari, ha assicurato. “C’è un tavolo di confronto permanente tecnico e politico tra Regione e Province che ha come priorità trovare i fondi e procedere con nuove assunzioni in modo da permettere alla Polizia Provinciale di svolgere il proprio ruolo straordinariamente importante nella gestione del territorio e della fauna selvatica”.
“La riforma del 2014 – spiega Maria Cristina Franco, nel direttivo di Upi Veneto per conto della Provincia di Vicenza – ha creato nelle Province caos e vuoti che in questi anni abbiamo cercato di sistemare, in modo da non far mai mancare ai nostri territori i servizi fondamentali che ci sono affidati, dalle scuole alle strade all’ambiente. Adesso però serve un intervento più radicale e ci auguriamo che la riforma all’attenzione del Parlamento porti equilibrio e un nuovo assetto che ci permetta di essere ancor più efficaci nelle nostre azioni.” Un argomento di cui si parlerà di certo a Ravenna il 13 e 14 luglio in occasione dell’Assemblea Nazionale Upi.