I crediti d’imposta erano fittizi: sospese compensazioni in “F24” per oltre 335 mila euro

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La società di commercio all’ingrosso di computer e softwere avrebbe simulato attività di ricerca e sviluppo per le quali erano previsti crediti d’imposta, ma la sinergia fra corpo della Guardia di Finanza e Agenzia delle Entrate ha consentito di recuperare all’Erario una somma davvero significativa, sospendendo le compensazioni fiscali per tributi e contributi per oltre 335 mila euro.

L’operazione della Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Vicenza è avvenuta nelle scorse settimane ed è l’esito di ispezioni mirate che hanno consentito di segnalare al Fisco crediti d’imposta fittizi non ancora compensati, per un valore pari a oltre 335 mila euro: questi infatti presentavano profili di rischio. In altri termini erano funzionali alla realizzazione di condotte illecite ricollegabili al mancato o parziale versamento degli oneri tributari e contributivi.

L’attività delle fiamme gialle ha impedito la compensazione di debiti tributari e contributivi reali con crediti d’imposta inesistenti o non spettanti. Infatti, l’istituto della compensazione, ideato per risolvere in modo efficiente i rapporti creditori e debitori tra i contribuenti e gli Enti impositori, è stato in questo caso usato in modo fraudolento per evadere le imposte o frodare il Fisco, mediante l’indicazione nelle deleghe di pagamento (“modelli F24”) di crediti d’imposta fittizi.

Sotto la lente d’ingrandimento è finita una società milanese operante nel vicentino nel settore del commercio all’ingrosso di computer e software, alla quale sono state sospese le deleghe di pagamento per la compensazione di crediti inesistenti per un ammontare pari a oltre 335 mila euro in quanto derivanti da attività di Ricerca e Sviluppo che i finanzieri ritengono, dopo accurate indagini, siano statesimulate e per le quali, quindi, non sussistevano i requisiti per la concessione del beneficio tributario. L’importo complessivo dei crediti per Ricerca e Sviluppo inesistenti e, quindi, recuperati a tassazione ammontano complessivamente a ben 1,2 milioni di euro.

“Le frodi in materia di cessioni di crediti d’imposta e le indebite compensazioni – spiega la Guardia di Finanza in una nota stampa – producono ricadute negative per l’economia e rappresentano un ostacolo alla leale concorrenza fra imprese, diminuendo il gettito fiscale per le casse dello Stato ed accrescendo il carico fiscale gravante sui cittadini e sulle imprese oneste. L’attività ispettiva delle Fiamme Gialle è stata sviluppata nell’ambito del dispositivo operativo del Corpo posto a contrasto dell’evasione, dell’elusione e delle frodi fiscali in virtù delle peculiari e trasversali funzioni di polizia economico-finanziaria”.