Denunciati 11 promotori dei sit-in No Tav e Pro Palestina. I blitz a Camp Ederle e Ca’ Alte


Arriva 80 giorni dopo la manifestazione di solidarietà verso il popolo palestinese, portata a termine a Vicenza lo scorso 30 marzo, l’identificazione e la conseguente denuncia dei promotori della protesta inscenata di fronte alla base militare statunitense di Camp Ederle. Analogo “destino giudiziario” in vista per altri cinque attivisti contrari alla costruzione della linea ad alta velocità su binari, i “No Tav” autori di una protesta al bosco di Ca’ Alte, alla periferia opposta rispetto alla caserma militare.
I nominativi di undici soggetti in tutto sono stati iscritti nel registro delle indagini concluse dalla Digos della Questura berica rispetto a due diversi eventi che hanno caratterizzato la cronaca della città capoluogo in due week end uno successivo all’altro. I primi 6 sono parte di 70 partecipanti che in quella data manifestarono il dissenso verso la politica di guerra dello Stato di Isarele sulla Striscia di Gaza in viale della Pace, all’imbocco della base Usa.
In quell’occasione s’inscenò un check point bellico con reti di materassi e doghe in legno, bloccando pacificamente e simbolicamente l’ingresso alla Ederle. Secondo gli investigatori della Polizia di Stato, il blitz non era stato autorizzato, contravvenendo così al regolamento sancito nel Testo Unico Leggi di Pubblica Sicurezza. L’assenza di preavviso, dunque, creò un potenziale fattore di tensione per l’ordine pubblico. Da qui le basi del deferimento di chi è stato riconosciuto in seguito come organizzatore della marcia e del sit-in di protesta, a cui hanno partecipato attivisti per la pace e anche “antagonisti di centri sociali” come si legge nel comunicato della Questura. I nominativi dei denunciati non sono stati resi noti.
“Tale comportamento, rientrando nella fattispecie penale prevista dall’art. 18 T.U.L.P.S., ha comportato il deferimento, da parte della Digos della Questura di Vicenza, di sei soggetti che, per il loro ruolo attivo nell’organizzazione dell’evento, con l’allestimento della zona e degli interventi al megafono, si sono qualificati come promotori della manifestazione non preavvisata”. In entrambi i casi si è trattato di manifestazioni che non hanno provocato incidenti o situazioni di alta tensione ma, a quanto emerso, difettavano sul piano del rispetto delle regole di pubblica sicurezza.
Analoga violazione è stata riscontrata per altri 5 attivisti che, il 5 aprile scorso, unitamente ad un centinaio di manifestanti riconducibili al Movimento No Tav cittadino, si sono riuniti in via Maganza, presso il bosco di Cà Alte. In quell’occasione si diede cita a una corteo non autorizzato nel percorso intrapreso fino a via D’Annunzio, a Vicenza, superando il cancello scorrevole di accesso alla sede ferroviaria e costeggiando i binari lungo la strada sterrata.
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