Operazione salvavita su bimba di 10 mesi. L’èquipe del S. Bortolo stabilisce un primato

Ascolta l'audio
...caricamento in corso...
Una sala del reparto dove è avvenuto l'intervento salvavita

Un’emorragia cerebrale in seguito a tre aneurismi. L’esito della risonanza magnetica sembrava non lasciare scampo a una piccola bambina vicentina di appena 10 mesi di vita, salvata dall’èquipe di Neuroradiologia guidata dal dott. Iannucci applicando un minuscolo stent su un vaso sanguigno di appena 0,7 millimetri. Una tecnica innovativa, di ultima generazione, che ha permesso agli specialisti di strappare da morte certa una vita da poco sbocciata. Attraverso una metodologia conclusa con successo per la prima volta in Italia – e tra le prime al mondo – proprio al nosocomio cittadino del S. Bortolo. La piccola, operata da 35 giorni, è stata poi monitorata e la notizia resa nota a distanza di oltre un mese con la dovuta cautela.

Un intervento in ambito pediatrico di estrema difficoltà e soprattutto inedito (senza linee guida) per il pool di medici coinvolti, resosi necessario per porre rimedio al sanguinamento provocato dagli aneurisma difettosi in un’arteria cerebrale di dimensioni ridotte, evento rarissimo tra i neonati e bambini con età inferiore all’anno di vita. Operazione riuscita, come noto, e portata a termine nonostante le pericolose incognite. Con a margine la soddisfazione per tutti i professionisti coinvolti seconda solo, ovviamente, al profondo sospiro di sollievo da parte dei genitori della giovanissima paziente.

“I progressi tecnologici hanno permesso di miniaturizzare gli stent – spiega il dottor Iannucci dell’Ulss 8 Berica – dispositivi che si posizionano all’interno dell’arteria impedendo che il sangue “gonfi” le sacche aneurismatiche e quindi riducono la pressione sulla parete prevenendo ulteriori sanguinamenti”. La piccola paziente è stata operata il 15 giugno scorso. L’intervento, durato circa due ore, era particolarmente delicato, considerando che già nei pazienti adulti presenta un tasso di mortalità-morbilità del 4-6%. Il successivo monitoraggio, presso la terapia intensiva pediatrica del San Bortolo e successivamente dal reparto pediatrico, ha lasciato in dote una prognosi che ad oggi è del tutto favorevole.

L’evento, nelle ore successive, ha suscitato una serie di consensi e messaggi di complimenti e lode, come quello ricevuto da parte del governatore della Regione Veneto: “per essere primi in Italia e probabilmente al mondo – dichiara Luca Zaia da Venezia – servono preparazione scientifica, capacità cliniche, conoscenza delle novità offerte dal panorama internazionale, e tanta determinazione per non fermarsi mai di fronte alle difficoltà. I neuroradiologi dell’ospedale di Vicenza hanno messo in campo tutte queste doti, salvando una piccola vita. Per questo rivolgo loro il mio orgoglioso grazie”.

L’applicazione del dispositivo medico – lo stent – comportava un indice di difficoltà incalcolabile, un intervento sperimentale ad alto rischio. “Le dimensioni di quella testolina e dei suoi vasi – continua il massimo vertice dell’amministrazione regionale – dicono tutto sull’eccezionalità di questo intervento e sulla bravura di chi lo ha compiuto: grandi medici di un grande ospedale del Veneto. Ma anche grandi persone – conclude Zaia – che non si sono fermate nemmeno davanti alle gigantesche difficoltà di reperire uno stent, sinora usato solo sei volte al mondo, e ritenuto adatto a salvare la bimba, ottenendolo dal produttore una settimana prima della sua commercializzazione in Europa. Non si può chiedere di più a un medico o a un qualsiasi sistema sanitario”.