Processo crack BPVI resta a Vicenza. Il comune parte civile

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La ex sede della Banca Popolare di Vicenza, in via Btg. Framarin a Vicenza

Non si sposterà a Trento, come chiesto dalla difesa degli imputati, il processo sul crack Banca Popolare di Vicenza. La Cassazione infatti ha respinto la richiesta di trasferimento della sede del processo, che rimarrà a Vicenza.

“La difesa – afferma in una nota il Presidente del Gruppo consiliare in regione di Fratelli d’Italia, Sergio Berlato – aveva chiesto il trasferimento sostenendo che a Vicenza non c’era un clima sereno per affrontare il dibattimento ma la Suprema Corte ha dichiarato l’istanza inammissibile. Esprimiamo soddisfazione per la pronuncia della Corte che ha respinto la richiesta della difesa scongiurando così il pericolo che un eventuale trasferimento di sede allungasse i tempi necessari per fare chiarezza sulle responsabilità della gestione delle Banche Popolari”.

“Adesso avanti veloci” è il commento del sindaco di Vicenza Francesco Rucco, che ha accolto con soddisfazione la decisione della Cassazione. “Una decisione saggia – ha aggiunto Rucco – che tiene conto delle esigenze di migliaia di risparmiatori vicentini interessati al processo e della necessità di non dilatare i tempi costringendo nuovi e diversi magistrati ad occuparsi della vicenda”.

Rucco ha confermato anche l’intenzione del Comune di Vicenza di costituirsi parte civile nei procedimenti penali a carico di alcuni ex amministratori e manager della Banca Popolare di Vicenza, come annunciato in campagna elettorale. Ad assistere l’amministrazione comunale sarà l’avvocato professore Giovanni Caruso di Padova.