Prostituzione dietro al paravento del centro di massaggi orientali. Denunciate due cinesi

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Una vettura della GdF in sosta vicino a un centro massaggi nel Vicentino (foto di archivio)

Gli annunci a sfondo erotico su portali specializzati in incontri hard in internet, un cliente “arrapato” all’interno dei locali, la presenza di gel lubrificanti a uso intimo, guanti in lattice e altri materiali. Sono queste le principali le prove indiziali che servivano alla Procura per autorizzare la chiusura di un centro massi orientale a Vicenza, lungo la strada Marosticana nella frazione di Polegge, gestito da due donne di nazionalità cinese. A dare esecuzione al decreto di sequestro preventivo ordinato dal gip sono state le Fiamme Gialle del comando provinciale, dopo una perquisizione domiciliare che ha portato altri elementi utili alle indagini.

Un’operazione pianificata da mesi, che segue alla prima fase di accurate investigazioni da parte della Guardia di Finanza del capoluogo berico. Un monitoraggio dell’andirivieni di clienti del centro benessere, oltre che degli inviti “hot” presenti sulle piattaforme più piccanti del web in Veneto. L’attività piccante proliferava secondo quanto documentato, andando ben oltre alla cura del corpo e al relax come ipotizzato dai finanzieri, a buona ragione dopo la perquisizione. La denominazione della ditta individuale non è stata resa nota dai finanzieri.

Una pratica diffusa, anche nel Vicentino, che cela dietro al paravento dei massaggi rilassanti un’attività che rientra nell’ambito della prostituzione, con giovani dipendenti quasi sempre di nazionalità straniera dedite a “servizi erotici extra” pattuiti con il cliente di turno, dietro debito compenso maggiorato. Nel momento del bltz erano presenti tre donne, tutte di origini asiatiche: una dipendente e due ritenute persone che gestivano gli affari.