Sciopero benzinai per 250 impianti vicentini. Sindacati: “Serrata giusta, il settore va riformato”

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Scatterà stasera alle 19 lo sciopero nazionale dei gestori delle stazioni di rifornimento del carburante, con i benzinai anche vicentini ad incrociare le braccia ma soprattutto a mettere i lucchetti alle pompe. Saranno tolti a distanza di 48 ore, salvo sorprese, giovedì alla stessa ora. Due giorni di stop confermati anche sulla rete autostradale ma con orario differito, dalle 22 di stasera allo stesso orario di dopodomani. Ad affiancarsi ai rifornitori dell’ultimo anello della catena di mercato i grossisti, auspicando anch’essi una riforma del settore.

La protesta si traduce in una serrata su larga scalata, nelle previsioni delle vigilia sui 250 impianti sparsi nel territorio di Vicenza e provincia. Dallo scorso week end gli automobilisti vicentini si sono cimentati alla “corsa al pieno“, nonostante la nuova ondata di rincari, con i ritardatari a provvedere oggi con il rischio di trovarsi di fronte alle cisterne esaurite vista l’alta concentrazione della domanda di benzina e gasolio.

Sul tema caldo di queste ore prende parola anche il sindacato di categoria, in particolare la Confcommercio attraverso la sigla Figisc, la Federazione Italiana Gestori Impianti Stradali. “Dopo gli incontri con il Governo che non hanno portato a nulla di concreto sia sul fronte della modifica del decreto trasparenza, sia su quello di una riforma del settore, non c’era altro modo per far sentire la nostra voce – spiega Eugenio Volpato, presidente della Figisc-Confcommercio di Vicenza –. Abbiamo subito una campagna di delegittimazione senza precedenti, sfociata in un provvedimento ingiusto e inutile e questo sciopero vuol far capire che è il momento di assumere iniziative reali ed efficaci mirate al recupero della piena legalità nel settore ed al ripristino di un sistema regolatorio certo, con l’obiettivo di adeguare l’efficienza e gli standard di servizio offerti agli automobilisti italiani. Già questo sarebbe garanzia di prezzi dei carburanti equi e stabilmente contenuti”.

Nel mirino degli operatori l’obbligo di indicazione del prezzo medio regionale, previsto dal decreto, che porterebbe a notevoli problemi agli impianti sia sul fronte dell’adeguamento della cartellonistica (che richiede una procedura precisa e ulteriori spese), sia su quello di una efficace comunicazione al consumatore, che dovrebbe essere messo nelle condizioni di distinguere, in una selva di cartelli, i prezzi medi da quelli effettivamente praticati. “Esiste già un “Osservatorio Carburanti” nazionale – spiega il presidente dei gestori Eugenio Volpato – dove il consumatore può consultare i prezzi praticati da tutti gli impianti e che può essere ulteriormente implementato e pubblicizzato senza oberare i distributori di altre incombenze e burocrazia. Perché non potenziare questo strumento on line?”.

 

Un militare nel corso dei controlli sui carburanti

Al di là delle ultime, impattanti, misure introdotte per decreto, i benzinai chiedono l’avvio di un confronto che metta in cantiere la riforma del settore, mirata a ripristinare corrette condizioni di mercato e concorrenza. “Su questo fronte c’è tanto da fare – conclude il presidente Figisc-Confcommercio -, anche per fermare la concorrenza sleale innescata dai traffici illegali di carburanti mirati a eludere la tassazione con evidente ricaduta sui prezzi. Le forze dell’ordine stanno facendo un lavoro encomiabile di contrasto a queste situazioni, ma bisogna intervenire anche sulle regole per impedire il più possibile azioni che mettono fuori mercato gli operatori onesti”.