Sequestrato ad azienda vicentina una carico-fantasma di 7 tonnellate di sgombro

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Guai per un’azienda vicentina attiva nell’importazione e distribuzione di prodotti ittici. La guardia costiera di Venezia le ha infatti sequestrato infatti ieri 7 tonnellate di sgombro importato in modo irregolare.

Sotto il coordinamento del 9° Centro Regionale di controllo area pesca del reparto operativo della Direzione Marittima di Venezia, i militari della Sezione Polizia Marittima hanno posto sotto sequestro il pesce congelato importato dall’Olanda. L’azienda sanzionata, che è regolarmente registrata presso le autorità sanitarie, aveva immagazzinato il prodotto in conto-deposito presso una piattaforma logistica a temperatura controllata: le è stato contestato il fatto di aver omesso di comunicare all’Ufficio veterinario per gli adempimenti comunitari (Uvac), l’acquisizione, come primo destinatario nazionale, della merce proveniente da importazione da altro Stato membro.

Tale comunicazione, che viene chiamata pre-notifica dell’arrivo dei prodotti di origine animale destinate al consumo umano, si rende necessaria per garantire la sicurezza dei consumatori: dà infatti la possibilità agli organi di vigilanza di conoscere in ogni momento dove si trovano gli alimenti ed i relativi lotti, così da garantire, oltre che i controlli, anche l’eventuale blocco ovvero il ritiro in caso di emergenze o allarmi alimentari.

L’operazione della guardia costiera di Venezia, che si inserisce nell’ambito delle attività di contrasto all’importazioni illegali di prodotti ittici, si è conclusa, oltre che con il sequestro della merce, anche con l’elevazione di sanzioni amministrative per oltre tremila euro.

I miliari proseguiranno nel corso della stagione estiva le proprie attività di vigilanza a tutela consumatore attraverso una costante presenza sul territorio, verificando le condizioni igienico sanitarie del prodotto ittico, reprimendo le frodi in commercio, constatando la presenza della documentazione comprovante la completa tracciabilità e, infine, controllando la correttezza delle etichettature. Con l’obiettivo finale di evitare che sulle tavole dei consumatori possano finire prodotti potenzialmente nocivi alla salute pubblica.