Gesù Bambino decapitato nel presepe in piazza. Dopo lo sconcerto è caccia i vandali

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L'iimmagine con la mangiatoia occupata da un bambinello senza busto presa dal web

Una testa mozzata di un bambolotto adagiata sulla culla di fieno. Questo resta di una raffigurazione di un Gesù Bambino, dopo il raid vandalico avvenuto in un presepe aperto al pubblico a Sovizzo, in pieno centro. Suscitando, come è facile immaginare, un profondo sdegno tra gli abitanti del paese nell’hinterland di Vicenza e la “caccia” ai responsabili di un gesto miscredente e blasfemo. Probabilmente – ma non si tratta dell’unica ipotesi plausibile – frutto di una bravata le cui conseguenze potrebbero però avere rilevanza anche penale. Del corpo in gomma e plastica del neonato, privo del capo, non ci sarebbe traccia. Nessun altro ammanco o danno si è registrato nelle altre raffigurazioni tipiche del Natale, segno indicativo che si voleva colpire proprio il simbolo cristiano cattolico primario della Natività.

La scoperta, dal sapore macabro, è avvenuta proprio il 1 gennaio, all’indomani della notte di Capodanno. Nella mangiatoia, sotto lo sguardo del bue e dell’asinello, solo la testa del bambinello. Un particolare che farebbe propendere per una bravata, per quanto insensata, da parte di qualche ragazzo smanioso di attirare le attenzioni, un gruppo di minorenni magari, oppure di qualche personaggio in preda agli effetti dell’alcol. A individuare l’autore o gli autori dell’atto sprezzante saranno gli occhi elettronici puntati sulla piazza, teleca. Tra l’altro, già in passato la raffigurazione sacra era stata presa di mira, ma mai in maniera tale da provocare tanto sconcerto tra i sovizzesi per lo sfregio subito.

Il presepe come da tradizione è allestito nel centro “Sub Vicum”, associazione del centro anziani con sede nel cuore del paese. Una cesoia, una grossa forbice o forse un’accetta l’arnese utilizzato per il taglio netto al collo della bambola. Ad occuparsi delle indagini saranno gli agenti di polizia locale del consorzio “Terre del Del Retrone”, una volta che sarà formalizzata la denuncia, mentre l’immagine dissacrante è diventata virale nel web.

Per il sindaco Paolo Garbin, intervistato ieri da un’emittente tv locale: “Il vilipendio alla religione è un reato grave – spiega ai microfoni di Rete Veneta – mi auguro le telecamere abbiano ripreso i responsabili. Dobbiamo prenderli e portarli davanti un giudice e auspicare che questi ragazzi, o adulti che siano, siano costretti a fare lavori socialmente utili per la comunità per comprendere che nessuno può permettersi certi comportamenti”.