Traffico di droga e corruzione in carcere: avvisi di garanzia al S. Pio X

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Il carcere di Vicenza

Sostanze stupefacenti in quantità notevole e un passamano di cellulari e schede sim con intestatari fittizi. Il tutto all’interno della casa circondariale di Vicenza. Trema il carcere S. Pio X dopo la nota emessa dalla Polizia di Stato che annuncia la chiusura diell’attività investigativa durata un anno e che ha portato all’individuazione di un detenuto di origini napoletane, di un volontario della struttura e di (almeno) due operatori della Polizia Penitenziaria corrotti, tutti implicati in un fiorente “mercato” di droga e apparecchiature elettroniche vietate dietro le sbarre. Più altri fiancheggiatori per un totale di 11 iscritti nel registro degli indagati.

Una sorta di bazar all’interno delle celle che ha chiuso i battenti e metterà nei guai i destinatari degli avvisi di garanzia, in abbinamento alle misure cautelari restrittive per alcuni ospiti “eccellenti” del S. Pio X. Secondo le prime notizie che trapelano, i rei sarebbero stati capaci di imbastire un canale che li riforniva di droga e telefonini da rivendere poi ai detenuti. Con la compiacenza di guardie carcerarie, operatori volontari e parenti, con un ruolo significativo recitato dalla compagna del napoletano e da altri familiari del presunto capofila del commercio illegale. Tra gli 11 indagati anche un cittadino cinese residente nel Rodigino che riforniva schede sim e cellulari aggirando i divieti imposti dal regolamento.

L’indagine è stata portata a termine dalla squadra mobile della Questura di Vicenza, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica, per nomi e dettagli si dovrà attendere ancora qualche ora dopo la conferenza stampa indetta in mattinata.