Ulss 8, Pavesi risponde ai sindacati: “Nessuna diminuzione dell’organico”

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Non abbiamo numeri che confermano la vulgata sindacale secondo cui nella nostra azienda medici e infermieri sarebbero sempre meno“. Il direttore generale della Ulss 8 Berica Giovanni Pavesi getta acqua sul fuoco dopo le polemiche dei giorni scorsi. I sindacati infatti, partendo dall’emergenza del Pronto Soccorso di Santorso ma sottolinenando anche il caso di Vicenza, avevano lanciato l’allarme sulla carenza di personale nella sanità di tutta la provincia.

“Posso confermare che abbiamo difficoltà nel reclutamento di nuove figure professionali, dovuta alla carenza di medici che escono dalle scuole di specializzazione”, aggiunge Pavesi, “e che l’invecchiamento dei dipendenti può essere un problema nel futuro,  ma complessivamente dispiace che si trasmetta un’immagine di crisi che non corrisponde al vero”.

Parole pronunciate nel corso di un incontro con la stampa convocato appositamente – in contemporanea in tutte le Ulss venete – per rendere noti i numeri relativi al personale dell’azienda sanitaria. Numeri che vengono elencati dal direttore amministrativo Tiziano Zenere. “I nostri dati ci dicono che il personale medico è passato da 904 unità nel 2015 a 959 nel 2018“. Cifre in crescita, soprattutto per quanto riguarda i medici assunti come liberi professionisti (con contratti Co.co.co poi regolarizzati).

Nello specifico erano 903 dipendenti, più un solo medico libero professionista nel 2015. 900 dipendenti, più cinque Co.co.co, nel 2016. 897 più 24 nel 2017, e 874 più 85 nel 2018. Per quanto riguarda gli altri dipendenti: nella dirigenza sanitaria si è passati da 112 a 172, nella dirigenza amministrativa da 26 a 22. Il personale del comparto (soprattutto infermieri) è passato da 2452 unità a 2495. Gli operatori sociosanitari da 988 a 1015. Tecnici e amministrativi da 389 a 312 e da 625 a 537. “L’unica flessione forte è quella degli amministrativi, ma questo dipende dalla fusione delle due Ulss preesistenti”, spiega Zenere.

“All’interno di alcuni reparti facciamo ricorso a medici laureati ma non specializzati“, aggiunge il direttore sanitario Salvatore Barra. “Ce ne sono 12 nel Pronto Soccorso, ma si occupano solo dei codici bianchi e verdi e sono sempre affiancati da medici più esperti. Ci sono poi alcune figure più difficili da reperire, come gli anestesisti”. Un’altra difficoltà è quella del ricorso alla delocalizzazione del personale in altre sedi. “Sempre più saremo costretti a farlo, discutendone però con i sindacati. I dipendenti fanno più difficoltà ad accettare di spostarsi ad Arzignano o a Valdagno piuttosto che restare nell’ospedale di competenza a Vicenza”.

Infine un altro tema all’ordine del giorno: quello del richiamo in servizio, autorizzato dalla Regione, di medici pensionati. “Si sta parlando di 8 medici su quasi 1000 in totale. Un ricorso molto limitato”, chiude il  caso Pavesi.

 

Andrea Fasulo