Valente (Ordine medici): “Salviamo gli operatori sanitari prima che diventino ‘eroi alla memoria'”

Una lettera accorata del presidente dell’ordine dei medici di Vicenza, Michele Valente, pubblicata sul sito on line Quotidiano Sanità tre giorni fa, in piena epidemia da nuovo Coronavirus solleva la questione dei tagli alla sanità degli ultimi anni.

Valente ricorda che in molti oggi fanno riferimento al “modello Italia” per combattere il virus Covid-19 e si parla di medici-eroi. «Di quale modello di Sanità – si chiede Valente – stiamo parlando? Quello che ha tagliato decine di migliaia di posti letto negli ospedali? Quello che ha abolito il turn-over in corsia e lasciato andare in pensione i medici di medicina generale senza sostituirli, depauperando così la medicina sul territorio, che avrebbe dovuto essere il primo baluardo contro il contagio? È il “modello Italia” quello che ha tagliato le borse di studio per le specializzazioni? Che ha imposto il numero chiuso nelle Università e che ora manda allo sbaraglio i neolaureati sollevandoli dall’esame di abilitazione? Che ha tagliato con colpevole pervicacia i fondi alla ricerca? Che ha obbligato migliaia di giovani medici a emigrare? Che ha gli stipendi più bassi in Europa per medici e personale sanitario?» 

Quanto ai medici-eroi, «in un’esplosione di orgoglio patrio», Valente ricorda che «sono gli stessi ai quali è stato imposto il “tempario” per le visite (8 minuti!) e i limiti alla richiesta di accertamenti e alle prescrizioni di farmaci per ricetta». «Sono vittime – afferma – di chi li ha costretti ad affrontare l’emergenza a mani nude. Sono vittime del loro senso del dovere e di avere onorato il proprio giuramento fino in fondo. Vittime sono! Vittime di chi ha voluto trasformare in aspiranti suicidi i medici di famiglia che continuano a fare il proprio lavoro negli ambulatori e visitano i pazienti nei loro domicili. Senza mascherine, senza guanti e senza i dispositivi di protezione individuale. Io non mi sento un eroe perché continuo a fare al meglio la mia professione. Non sono un eroe, vorrei solo poter lavorare in sicurezza».