Bacino anti-alluvione Rotte del Guà, entro l’anno potrà raccogliere un milione di metri cubi d’acqua

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Il cantiere dove sorgerà il bacino di laminazione a Trissino

L’assenza di piogge e un lavoro costante hanno permesso di recuperare il ritardo accumulato rispetto alla tabella di marcia. Stando alle previsioni iniziali il bacino di laminazione sulle Rotte del Guà a Trissino, progettato per contenere le ondate di piena del fiume Agno-Guà, sarebbe dovuto terminare ad ottobre di quest’anno, ma ad oggi solo metà delle operazioni sono state fatte. Le difficoltà iniziali avute dalle aziende che hanno vinto l’appalto per la realizzazione dell’opera da 23 milioni di euro (Consorzio Stabile Medoacus, Idra Building e Kostruttiva) sono state superate. A voler vedere di persona come procedono i lavori è stato il presidente del Veneto Luca Zaia che questa mattina, assieme agli assessori regionali Gianpaolo Bottacin ed Elisa De Berti, ha visitato il cantiere in capo al Consorzio di bonifica Alta Pianura Veneta.

“Questa stagione della messa in sicurezza idraulica sta lambendo il Veneto – ha detto Zaia -. Il vero Piano Marshall oggi in Italia non deve essere rappresentato dal fare nuove opere pubbliche, ma dalla messa in sicurezza del dissesto idrogeologico. Ogni anno abbiamo miliardi di euro di danni causati di questo, qui a Trissino si va avanti spediti. Nel 2010 avevamo presentato un piano da 3 miliardi di euro, purtroppo nessuno ci risponde: con soldi nostri abbiamo un miliardo di investimenti, più 200 milioni di euro da parte del governo, ma mancano ancora 2 miliardi per portare avanti quanto avevamo preventivato”.

Secondo quanto indicato dai tecnici, il bacino di Trissino, importante anche per salvare da esondazioni il Basso Vicentino e la Bassa Padovana, potrebbe entrare in funzione, in parte, a fine anno. “Siamo in linea con i tempi – ha assicurato il presidente del Consorzio Alta Pianura Veneta Silvio Parise –  a fine anno l’invaso potrà essere utilizzato per raccogliere 1 milione di metri cubi di acqua”. Per metà dell’anno prossimo, invece, dovrebbe essere interamente completato, arrivando a 2,8 milioni di metri cubi di capacità di raccolta. Gran parte dei lavori, oltre ai manufatti (una traversa, lo sfioratore laterale, l’opera di restituzione e alcune briglie) sta nello scavo della terra dagli 80 ettari su cui si svilupperà il bacino. Si tratta di poco meno di 2 milioni di metri cubi.