Quando la fotografia incontra il volo: l’Italia dall’alto di Stefano Maruzzo

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Librarsi in cielo e ammirare il mondo dall’alto. Immortalare qualcuno o qualcosa per conservarne perennemente il ricordo. Volo e fotografia sono indubbiamente due attività capaci di suscitare forti emozioni. Se sono già in grado di fare questo da sole, è facile immaginare quanto possa essere potente la suggestione di ciò che si può produrre combinandole. Di sicuro ne è convinto Stefano Maruzzo, che grazie alle sue foto aeree si è costruito una discreta fama. Un’esperienza di cui ha parlato con Mariagrazia Bonollo e Gianni Manuel ai microfoni della rubrica di Radio Eco VicentinoParlami di Te“.

Originario di Lumignano, Maruzzo vive a Isola Vicentina. Di professione è meccanico stampista, ma ha un passato da videomaker: “Ho cominciato ancora ventenne a lavorare come cameraman. Ma la mia passione, fin da adolescente, è la fotografia”. Un amore affiancato, appunto, da quello per il volo: “A 20 anni – racconta – avevo già il brevetto per il volo libero in deltaplano. Poi ho volato anche con il parapendio in volo libero, e infine sono passato a quello a motore. Con quello riesco ad andare dove voglio”.

Data la sua passione per gli scatti, spiega, “il passaggio alla fotografia aerea è stato automatico”. Un’attività, all’inizio, rivolta verso le montagne: “Io sono d’indole montanara, quindi ho sorvolato tutte le Dolomiti in lungo e in largo. Già conoscevo quelle montagne abbastanza bene, per cui volarci sopra e fotografarle è stata un’esperienza unica”. Ma le creste montane non sono gli unici soggetti delle sue foto: “Mi piace volare anche sulle campagne – confida Maruzzo -, sui boschi in autunno e sulle colline fiorite in primavera”. Senza dimenticare gli animali: “Se non sono spaventati dal rumore del motore, riesco a fotografare gli aironi fermi sugli specchi d’acqua. Oppure i camosci sulla neve del Pasubio”.

L’archittetura è l’ultima aggiunta al suo bagaglio di esperienze nel campo delle foto aeree: “Negli ultimi anni ho lavorato molto sulle ville venete per conto della Regione, immortalando specialmente il paesaggio che si è formato attorno ad esse”. Con il suo parapendio a motore, Maruzzo ha solcato anche i cieli di Francia, Grecia e Croazia. E il frutto del suo lavoro ha assunto la forma di libri e mostre fotografiche. Il tutto nonostante la crescente concorrenza di strumenti quali i droni: “Non si ha più l’esclusiva della fotografia aerea”, ammette Maruzzo. Il quale, però, non ha alcuna intenzione di rinunciare: “Volare da un brivido unico. Ogni volta è un viaggio diverso e si scoprono cose nuove”.

Gabriele Silvestri

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