Pasta rossa e risotto nero, con Formaggio. Il consigliere di FdI lancia (a tavola) il primo “anticomunista”

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Joe Formaggio al centro nella foto in occasione di un evento paesano

Anche i primi piatti, quando si è a tavola, a quanto pare assumono delle derive ideologiche per iniziativa della politica e dei politici. Non rimanendo sempre solo sul piano dell’ironia. Se risulta da tempo pacifico come la pastasciutta antifascista, proposta qua e là in modalità di ritrovo conviviale negli ambienti della sinistra, rappresenta una consuetudine assodata tra coloro che si battono in prima linea (di principio) contro rigurgiti dell’epoca del fascismo e l’affiorare di movimenti della destra estrema, rappresenta di certo una novità la boutade  che lancia l’idea del risotto anticomunista. A lanciarla, con tanto di ufficialità, è oggi Joe Formaggio, consigliere regionale veneto, preannunciando un evento sul tema.

Una provocazione, certo, che però oggi passa direttamente dalla battute fatte a tavola ai comunicati diffusi dall’ufficio stampa della Regione Veneto. L’ex sindaco di Albettone, esponente vicentino di Fratelli d’Italia, più volte agli onori e oneri di cronaca per le sue uscite e altri episodi discussi che lo vedono protagonista, illustra la proposta di organizzare delle “risottate” in replica alle pastasciutte dal sugo rosso, magari utilizzando il tartufo (nero) dei Colli Berici, prodotto delle terre in cui proprio Formaggio è cresciuto. E chissà che nelle località marittime qualcun altro non proponga la versione del risotto al nero di seppia, come alternativo politico-gastronomica, sempre per dover di tipicità gastronomica.

Vari passaggi del testo diffuso e firmato dimostrano come il consigliere prenda seriamente la sua nuova “crociata”, in contrasto con la “pasta” proposta nei giorni scorsi dalla rivale in politica Chiara Luisetto, collega in Regione ma di opposte vedute politiche e già segretaria provinciale del Partito Democratico. “Altro che ‘Pastasciutta Antifascista’: rispondo con il tartufo dei Colli Berici e il gusto della libertà – esordisce Joe Formaggio -. Annuncio il lancio ufficiale del ‘Risotto Anticomunista’, piatto simbolo di una contro-narrazione che affonda le radici nei valori della tradizione, della concretezza e del buon senso. La sinistra non ha più nulla da dire, se non rifugiarsi nella solita liturgia antifascista che odora di mensa scolastica e retorica da anni Settanta”.

Insomma Joe Formaggio, con la sua ultima uscita di fine luglio, intende “condire” l’estate e soprattutto i risotti con l’ideologia e le simpatia verso destra. Uno dei piatti tipici veneti più assaggiati ed osannati, di cui è evidentemente un estimatore da “buona forchetta” in prima persona. “Il fascismo – continua – è morto da 80 anni, ma loro vedono spettri ovunque, perché non hanno idee per il presente. E mentre ci vorrebbero tutti a pasta in bianco e in povertà, io rispondo con un risotto al tartufo dei Colli Berici, che profuma di libertà e di Veneto vero. L’iniziativa non è solo simbolica. Mi sto attivando e girando in tutta la provincia di Vicenza con la campagna militante ‘Anticomunista e orgogliosa’, che da oggi porterà con sé anche il piatto-simbolo, destinato a diventare protagonista di eventi elettorali nei Comuni berici”.

“Il ‘Risotto Anticomunista’ – conclude Formaggio – è fatto con i prodotti della nostra terra, è ben condito, sostanzioso e concreto. L’opposto esatto delle ideologie della sinistra, che sono leggere, stantie e indigeste. Non è solo una provocazione: è la dimostrazione che si può fare politica anche parlando di cose vere, buone e radicate. L’iniziativa ha già suscitato curiosità, e nei prossimi giorni sarà presentata ufficialmente durante un evento pubblico nell’Ovest Vicentino, con tanto di assaggio gratuito e brindisi finale, alla faccia del pensiero unico, perché in Veneto, la libertà si difende anche a tavola. Con gusto anticomunista”.

Tra le passioni di Formaggio la caccia, il motocross ma anche la buona cucina

Insomma, tutti attenti al ristorante o in trattoria d’ora in poi: ordinare un risotto piuttosto che piatto di bigoli potrebbe destare sospetti in camerieri e cuochi riguardo le proprie simpatie politiche e rivelare le proprie intenzioni di voto! Meglio allora passare dagli antipasti subito ai secondi, per salvaguardare la propria privacy elettorale, magari tenendo a mente la raccomandazione di stare sempre accorti: ad esempio nel non pretendere una tagliata al sangue piuttosto che al pepe nero!

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