Recesso Ava, dubbi dai revisori. Cioni: “Fermatevi”. Marigo: “Tutto già calcolato”

La vignetta satirica veicolata dal Circolo PD scledense

E’ un parere tecnico che rischia di gelare un’intera operazione politica. Un gelo stavolta non legato ai rigori invernali, ma prosaicamente caduto sulla delibera con cui il Comune di Schio – insieme a Torrebelvicino – intende esercitare il recesso da Alto Vicentino Ambiente, subito dopo la fusione con Soraris e la nascita della nuova società pubblica VIAmbiente.

Una scelta che la maggioranza di Palazzo Garbin difende come necessaria per tutelare l’autonomia del territorio, ma che ora si scontra con un giudizio pesantemente interlocutorio del Collegio dei Revisori dei Conti: “Non risultando chiare le modalità future di gestione del servizio e le conseguenze economico-finanziarie che si potrebbero ripercuotere sul bilancio dell’Ente, il Collegio è impossibilitato ad esprimere un parere compiuto”. È la frase che pesa come un macigno e che, di fatto, impoverisce la delibera del supporto tecnico indispensabile per affrontare un passaggio così delicato. I Revisori rilevano infatti che l’uscita da Ava comporta l’automatica cessazione dell’affidamento del servizio rifiuti – fermo restando l’obbligo per la società affidataria di proseguire il servizio – senza che sia definito un percorso alternativo; che resta irrisolta la questione dei 356 mila euro ancora dovuti alla società; e che il bilancio comunale appena approvato dovrà essere immediatamente rivisto, poiché contiene 150 mila euro annui di utili da Ava che, con il recesso, svanirebbero nel nulla. A tutto questo si aggiunge l’incertezza generata dal ricorso al Tar presentato da Ava contro il Comune di Schio, ulteriore elemento di rischio in un quadro già fragile.

Un parere che l’opposizione di Fratelli d’Italia legge come la conferma delle proprie preoccupazioni. Per il capogruppo Alex Cioni si tratta della “pistola fumante”: “Il muro di gomma eretto dal sindaco Cristina Marigo e dall’assessore Chiara Parise è crollato sotto il peso della realtà tecnica. Il parere dei Revisori certifica che la mia richiesta di sospensiva non era un capriccio, ma un atto di tutela dei conti del Comune. La maggioranza ha approvato un bilancio al buio, trascinando la città in un’operazione priva di certezze economiche”. E rincara: “Il documento dei Revisori impedisce al Sindaco e all’Assessore di sfuggire alle proprie responsabilità. La nostra uscita dall’aula è stata un atto di dignità politica”.

Secondo Fratelli d’Italia, esiste ancora una via d’uscita: rinunciare al recesso e riaprire il confronto sui Patti Parasociali e sulla Convenzione, per rafforzare il ruolo dei Comuni ex soci AVA nel controllo dell’impianto di Cà Capretta: “La disponibilità al dialogo c’è – conclude Cioni – ma il recesso non può diventare un’arma di ricatto sulla pelle della città”. Ricorre alla satira invece il centrosinistra, che in un volantino diffuso a mezzo social oltre che sulle bacheche cittadine, ha sintetizzato con una vignetta raffigurante una Piazza Statuto invasa di rifiuti, tutte le preoccupazioni per le conseguenze di una decisione definita lesionista, accompagnando il tutto con un laconico commento “pagheremo noi cittadini”.

Ma se le opposizioni attaccano, la maggioranza non è disposta ad incassare senza prima aver sparato le sue cartucce. Ed è proprio una sindaca più agguerrita che mai quella che tenta di smontare le tesi della minoranza, riconducendo il tutto ad una questione ben sviscerata anche nelle ricadute, dove il parere tecnico dei revisori sarebbe soltanto sospeso e non già necessariamente negativo: “Cioni parla di ‘scure’ e di ‘fallimento certificato’. Niente di più falso. I Revisori non hanno dato parere negativo – scandisce Cristina Marigo – hanno messo nero su bianco di essere ‘impossibilitati ad esprimere un parere compiuto’. C’è una differenza abissale. I tecnici ammettono semplicemente che il quadro non può essere ‘definito’ oggi per un motivo oggettivo: la regia del servizio non spetta al Comune, ma al Consiglio di Bacino Vicenza“. E anche su cosa si dovrebbero aspettare i cittadini dal prossimo anno alla voce servizi, Marigo getta acqua sul fuoco: “Il servizio di raccolta rifiuti non si fermerà nemmeno per un secondo. Come confermato ufficialmente l’altra sera in commissione dal vicepresidente del Bacino Golo, se il 29/12 verrà votata la revoca, il Bacino attiverà immediatamente la ‘proroga tecnica’. Ava (o la futura ViAmbiente) è obbligata per legge e per contratto a continuare il servizio alle medesime condizioni attuali. Non c’è alcun vuoto, c’è una procedura amministrativa ordinata e sicura che l’opposizione finge di non vedere”.

Paragrafo a sé quello legato invece ai conti dove Marigo spiega come non vi fossero a bilancio entrate attese. Una realtà già sperimentata nel 2025 che sta per cocludersi, con zero euro incassati: “Il debito residuo di 350 mila euro e il venir meno dei dividendi non sono imprevisti, ma elementi già noti e pienamente inseriti nella delibera che voteremo lunedì. È bene inoltre ricordare al consigliere Cioni che la società e i soci si sono già impegnati formalmente a non distribuire più utili, come esplicitato nel Masterplan approvato. Non si tratta di ipotesi, ma di una realtà già tangibile: il 2025 ne è stata la prova, con un dividendo elargito ai Comuni pari a zero euro. È dunque pretestuoso parlare di rischi per entrate che la stessa gestione societaria ha già programmato di azzerare. La politica deve guardare al futuro – ribatte determinata la prima cittadina – il recesso serve a tutelare Schio da una fusione in ViAmbiente che avrebbe annullato il nostro peso decisionale”. Questo in attesa del fatidico consesso di nomina sera, quando al netto delle posizioni sinora espresse, il Consiglio comunale sarà chiamato a decidere. Con un parere dei Revisori che al netto delle posizioni, più che un semplice documento tecnico, si presenta quasi come un avvertimento politico e contabile. Ma non come la fine dei giochi.

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