Esplorare il Vicentino – Sentiero Alto del Fumante sul Carega

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Lungo il sentiero alto del Fumante, nel massiccio del Carega, si possono godere degli scorci tra i più belli delle Piccole Dolomiti. Senz’altro il Fumante con la sua morfologia fa parte dei primi ricordi di un amante di queste montagne e, anche per chi li vede per la prima volta, sono motivo di grande meraviglia.

L’ambiente è tipicamente dolomitico, ricco di guglie che si stagliano nel cielo sopra ampi ghiaioni di una certa pendenza; anche qui si trovano numerosi canaletti che prendono il nome di vaj, molto frequentati nella stagione delle nevi dagli amanti dello scialpinismo e dell’alpinismo invernale.

Probabilmente è l’itinerario più bello, partendo dal Passo di Campogrosso, per raggiungere Cima Carega; si può infatti realizzare un bell’anello salendo proprio per il sentiero alto del Fumante ed effettuando la discesa per il Boale dei Fondi.

Da Campogrosso si prende il sentiero che passa prima per il Passo Buse Scure e poi per la Sella del Rotolon. Quest’ultima è situata alla testata della mastodontica frana del Rotolon, della quale si riesce a vedere la parte sommitale che si apre davanti al panorama della Valle dell’Agno.

Già da qui si ammira lo spettacolo del sottogruppo del Fumante: si ergono davanti alla via l’esile Dito di Dio ora in parte franato, il Soglio Sandri e Menti alla cui base si trova il pietroso Piazzale SUCAI, le guglie GEI, Negrin e Berti solo per citare le più evidenti. Si notano tre valloni che scendono paralleli e che in ordine da sinistra a destra sono il Giaron della Scala, il Prà degli Angeli e il Boale dei Fondi.

Ammirato il panorama, si imbocca presto il sentiero 195 che sale tra i massi fino alla base della guglia GEI, dirimpetto a un’altra piccola guglia biforcuta detta Il Milite. Il sentiero ora scende di poco passando attraverso un caratteristico foro nella roccia e sbucando nel Giaron della Scala. La salita qui si fa faticosa per il terreno sconnesso ma lo sforzo è subito ripagato per le bellissime viste sulle guglie che si stagliano come dita contorte nel cielo.

Giunti alla parte alta del Giaron si trova la forcella Lovaraste dove sale l’omonimo vajo. Da qui guardando verso sud si vede la vicina croce di cima Lovaraste che merita sicuramente una visita perché da lassù il panorama è magnifico: è un punto privilegiato per ammirare la sottostante Valle dell’Agno con la conca di Recoaro, la catena delle Tre Croci e l’elegante insieme di vaj e guglie che costituiscono il Fumante.

Tornati sul sentiero, le viste spettacolari non sono finite: si prosegue lungo la cresta con panoramici saliscendi per calare nella parte alta del Prà degli Angeli aiutati da un paio di corde fisse. Spesso nella conca sottostante è facile riconoscere gruppi di camosci che pascolano. Si sale ora in direzione dell’Obante, ma è d’obbligo gettare qualche sguardo indietro perché qui più in alto si apprezza la maestosità del Castello degli Angeli che troneggia sopra il Prà, come una grande torre ornata di punte.

Non manca ancora molto per raggiungere la cresta che permette di tirare il fiato verso Bocchetta Fondi; nel frattempo si è aperto in basso l’ampio e verde Vallone di Campobrun nella cui conca in basso si trova il Rifugio Scalorbi.

Per salire al Rifugio Fraccaroli conviene però proseguire lungo la cresta e superata Bocchetta Fondi continuare fino a Bocchetta Mosca. In quest’ultimo tratto si transita sulla cornice dell’Anfiteatro dei Fondi: affacciandosi infatti la parete di roccia precipita nei ghiaioni del Boale dei Fondi. Poco dopo per chi volesse effettuare una piccola deviazione può salire a Cima Mosca lungo una traccia di sentiero. La cima merita per la vista sulla parte sommitale del Carega.

A Bocchetta Mosca si trova l’uscita del celebre Vajo dei Colori, serrato entro alte pareti rocciose e che fino a estate inoltrata conserva la neve al suo interno. Oramai manca poco alla soprastante al Rifugio Fraccaroli che si raggiunge in circa mezz’ora. Cima Carega è il cono ghiaioso posto di fronte al rifugio che con i suoi 2259m costituisce il punto più alto delle Piccole Dolomiti. Inutile dire che merita salirci!

Per la discesa la via è la medesima fino a Bocchetta Fondi. Da essa si segue il sentiero 157 che scende per il Boale dei Fondi. Nella parte alta si può ammirare l’Anfiteatro che cinge il Boale mentre la vetta che si vede di fronte è la già nota Cima Mosca.

Il sentiero scende con alcuni tornanti senza difficoltà fino alla base dei ghiaioni; esiste una variante di discesa parallela per il Boale Mosca che si trova alla sinistra per chi scende ed è separato dal Boale dei Fondi da una costola rocciosa. Questa è molto divertente perché qui vi si trova un ghiaione abbastanza regolare e facile da correre: in soli cinque minuti (o anche meno) si arriva alla fine del ghiaione congiungendosi nuovamente con il sentiero di prima. A sinistra si trova il Sojo dei Cotorni dove in alcuni casi fortunati si riesce ad incontrare il gallo forcello, mentre la strada da prendere è a destra dove già si rivedono le guglie del Fumante. Si attraversa in quota la base del Prà degli Angeli e del Giaron della Scala e ci si ricongiunge al sentiero dell’andata per seguirlo fino a Campogrosso.