Calcio serie C, LR Vicenza a gambero ma Arzignano al galoppo: solo 3 i punti di distacco

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I club vicentini del calcio professionistico italiano sono due, e in troppi in questa stagione lo hanno dimenticato: LR Vicenza e Arzignano Valchiampo. Uno, quello biancorosso con i galloni della nobile provinciale del calcio italiano e una Coppa Italia nel palmares, proviene dal gradino superiore, la serie B, dopo la disfatta (con beffa finale ai playout persi contro il Cosenza) della stagione 2021/2022.

La stessa annata scorsa in cui, al contrario, la squadra sorpresa dell’Ovest della provincia e di gialloceleste vestita ha concluso una scalata trionfale vincendo il proprio girone di serie D, ripresentandosi (per la seconda volta nella sua storia) in serie C. Sorpresa fino a un certo punto, però, vista la bontà del lavoro svolto dallo staff a partire dal presidente Lino Chilese fino ad arrivare al magazziniere e passando per i giocatori.

Oggi e come da prassi consolidata visti i numeri del tifo biancorosso per il “Lane”, radicato in tutto il territorio vicentino, si parla quasi esclusivamente solo della crisi di risultati del Vicenza prelevato 4 anni fa – e salvato dal probabile fallimento a suo tempo – dal patron Diesel Renzo Rosso, con il figlio Stefano alla presidenza del club e un pool di imprenditori a sostenerne i costi. D’attualità sono le sue esternazioni sui social che preludono a un possibile abbandono della famiglia del jeans denim dalla guida della società. E intanto, l’Arzignano Valchiampo di “Beppe” Bianchini nel silenzio assoluto di troppi addetti ai lavori prosegue la sua marcia in salita, anzi, di risalita, senza peraltro mai aver annaspato nelle retrovie, in quello stesso girone A dove compete il Vicenza neoretrocesso che ancora una volta in troppi a fine estate (e dopo i lamenti da ombrellone per la rosa incompleta) delineavano come squadra ammazzacampionato. Senza guardarsi intorno, alla concorrenza.

Oggi reduce da tre sconfitte in quattro incontri a gennaio e spiccioli di febbraio, e con già un cambio di panchina alle spalle e un altro eventuale che tanti agguerriti “tifosi” invocano. Chi per mero sfogo alle proprie frustrazioni da sfogare nel calcio italico di terza serie, chi perché si autoproclama esperto di pallone e conosce l’antidoto anti crisi. Dimenticandosi, qui, di quella squadra “altrettanto” vicentina di nuova generazione nel calcio dei “pro” che insegue proprio la nobile cugina a portata di vittoria, a soli 3 punti di distacco, e che ha già ampiamente prenotato la salvezza obiettivo stagionale. E che solo domenica scorsa ha sgambettato la regina del girone, quel Pordenone allenato dalla vecchia gloria biancorossa Mimmo Di Carlo – anche lui nella lista dei mister silurati dallo Stadio Menti -, e neppure di poco. Un 3-1 che costringe i friulani a riconfigurarsi come ex squadra capolista, dopo aver incassato tre sberle nei primi 45′ e un “ciao alla prossima” anticipato.

Ieri, nella giornata di festa annunciata per le 100 “candeline” in campionato del capitano arzignanese Riccardo Casini i giallocelesti al Dal Molin hanno fatto la festa ai ramarri di Pordenone, con una prova superlativa che certifica l’annata da squadra rivelazione appunto  e lancia addirittura i vicentini dell’Ovest a ridosso della zona playoff. Oltre che con il fiato pesante sul collo ai cugini biancorossi in serie nera. Il tutto, è accaduto domenica di fronte ai 500 e spicci spettatori, un pubblico che a Vicenza non è così esiguo nemmeno nelle amichevoli in famiglia. Poco più della metà peraltro erano spettatori paganti per godersi una partita di bel calcio, visti i 200 peraltro ingressi omaggio e per gli addetti ai lavori. Per un incasso di meno di 4 mila euro, domenica. Domenica sì, pur contro la capolista.

Guardando ad altri numeri, in classifica Vicenza 41, Arzignano 38, frutto questi ultimi di 9 vittorie, ben 11 pareggi e sole 6 sconfitte, contro le 9 dei biancorossi, ormai prossimi a una mesta “doppia cifra” che davvero nessuno si augurava nè aspettava. Giusto evidenziare che, a parte il -3 dalla “corsa in famiglia” tra i due club berici che oggi più che mai ha piena ragion d’essere, c’è -8 che pensando alla vetta fa davvero venire ai brividi a Bianchini e i suoi, ai quali spettano ben più applausi dal Vicentino rispetto ai 500 fedelissimi a battere le mani delle partite casalinghe e agli spiccioli di cronaca nelle trasmissioni sportive locali.