Morte sul posto di lavoro, i sindacati: “E’ emergenza”. Stefano era padre di due bimbi

Ancora si muore sul posto di lavoro, ancora una volta in Veneto, e di nuovo si piange un vicentino. E’ stato un giorno di dolore straziante tra Lonigo, Sarego e il paese veronese di Colognola ai Colli, dove poco prima delle 9 del mattino di ieri Stefano Percali, autista di 50 anni, ha perso la vita in seguito a una manovra di un muletto di trasporto. Inutili i soccorsi, anche l’eliambulanza partita da Verona ha dovuto far rientro alla base, una volta che i medici del 118 accorsi sul posto hanno constatato il decesso dello sfortunato autista, probabilmente travolto dal mezzo impegnato nel carico merci.

Un dramma terribile che di rimando ha colpito la sede di Sarego della grande azienda Salvagnini Group che dà lavoro a oltre 1.700 persone, di cui la vittima era dipendente fidato, e che ha spezzato il vivere quotidiano della famiglia del 50enne leoniceno, con due bimbi di 7 e meno di 1 anno rimasti senza il loro premuroso papà. Stefano viveva con loro e la compagna Yvonne nelle periferia di Lonigo, dove trascorreva gran parte del suo tempo libero. Il restante lo dedicava allo sport, ciclismo e podismo in particolare.

“Il Presidente, i dirigenti e tutti i dipendenti del Gruppo Salvagnini piangono la tragica ed improvvisa dipartita di Stefano Percali, collega generoso e disponibile e abbracciano la moglie, i figlioletti e tutti i familiari in questo momento di immenso dolore”.

Per i sindacati di riferimento, che esprimono il cordoglio ai congiunti, il tema degli infortuni mortali sul luogo di lavoro deve essere considerato come “emergenza”. Già ieri, nelle prime ore successive alla disgrazia consumatosi in un capannone della ditta fornitrice Mec Tronic srl, le sigle Fiom (Cgil), Fim (Cisl) hanno proclamato un’ora di sciopero per riunirsi in assemblea e riflettere sulla sicurezza sul lavoro e sull’accaduto. Le indagini sono affidate a carabinieri e Spisal dell’ufficio del lavoro dell’Ulss 9 Scaligera. “Abbiamo massima fiducia nel lavoro degli inquirenti – si legge in una nota congiunta a firma di Morgan Prebianca (Cgil) e Giovanni Ballan (Cisl) – ma purtroppo si tratta dell’ennesima morte che si verifica nel luogo di lavoro. Il Veneto è fra le regioni con il maggior numero di infortuni mortali. Lo scorso anno sono stati 87. E’ diventata un’emergenza ed è ora di intervenire”.

Un’istanza che mira a chiedere un potenziamento dell’organico e di risorse allo Spisal, vale a dire ai servizi di prevenzione, igiene, sicurezza negli ambienti di lavoro. Il tema della prevenzione necessita di considerazione e investimenti viste le croniche difficoltà di organico lamentate da più aziende sanitarie. Motivo per cui risulta difficile “realizzare un’opera efficace e diffusa di prevenzione sulla sicurezza e salute per i lavoratori”.

Prebianca e Ballan, inoltre, pongono l’accento sulla volontà di intensificare la formazione in azienda richiamando la collaborazione delle controparti. L’obiettivo? Migliorare ovunque le condizioni di sicurezza sui posti di lavoro. “Non basta che questa attività di formazione culturale venga eseguita dalle medie e grandi aziende come la Salvagnini, è necessario che sia interessata tutta la filiera a 360 gradi, incluse le piccole imprese. E’ inaccettabile che ancora oggi, nel 2020, una persona perda la vita mentre sta lavorando.”

Intanto, la Triplice ha proclamato uno sciopero provinciale di tutte le lavoratrici ed i lavoratori nel giorno delle esequie del lavoratore deceduto, o in alternativa nell’ultima ora di lavoro per i giornalieri o del proprio turno di lavoro per i turnisti.