Direttore del cantiere della Tav picchiato brutalmente: arrestati i mandanti del pestaggio

Ascolta l'audio
...caricamento in corso...

Oltre ai presunti esecutori materiali dell’agguato al direttore del cantiere di lavori per la linea ferroviaria ad alta velocità Tav, ora finiscono sono stati individuati anche i mandanti. Due persone, i cui nomi rimangono sotto stretto riserbo, sarebbero i committenti alle spalle dei tre “picchiatori” – tutti identificati – protagonisti dell’agguato di maggio 2023 in cui il direttore tecnico della Salcef fu malmenato con bastonate, calci e pugni sferrati con l’uomo già a terra.

Scenario del pestaggio fu località Fracanzana di Montebello Vicentino, nella base del cantiere di lavori. La spedizione punitiva fu portata da un trio di sconosciuti, tutti con i volti travisati e giunti a bordo di un Suv con targa alterata. Il ferito, la cui identità è protetta per ragioni di sicurezza, fu trasportato in ospedale d’urgenza e riportò fratture agli arti e oltre un mese di prognosi.

A distanza di 4 mesi dal fatto e dell’avvio delle indagini emersero i nomi di un terzetto di pregiudicati, tutti residenti fuori dal Veneto in Lombardia, tutti italiani. Gente brutale, che non si fece scrupoli prima di colpire per undici volte la vittima con una mazza da baseball. Altri 4 mesi per procedere alla seconda tornata di arresti, grazie alle indagini dei Carabinieri coordinati dalla Procura di Vicenza. Doppio blitz ieri mattina in Lombardia, a Milano e in provincia a Paderno Dugnano, mettendo le manette ai polsi a un 48enne e a un 64enne. Sono considerati allo stato attuale mandante e ideatore dell’aggressione violenta.

Entrambi risultano essere cittadini italiani. Vanno a completare il quintetto di persone arrestate legate all’agguato, con la volontà di “chiudere il cerchio” delle indagini e affidare poi la fase conclusiva alle aule di giustizia del Tribunale di Vicenza. Il focus che via via ha preso corpo in questi mesi ha spostato la lente d’ingrandimento da una possibile matrice “estrema” ambientalista a quella di una ritorsione o un avvertimento sul piano degli interessi economici. Così una nota del Comando Provinciale dell’Arma spiega il movente. “Partendo dagli elementi raccolti – si legge – e non essendo emerse pregresse conoscenze o frequentazioni tra gli aggressori e la vittima, le indagini, condotte sia con modalità classiche anche al di fuori della provincia di Vicenza e della Regione Veneto, sia con l’ausilio di attività tecnica, hanno permesso di valutare ulteriori dati, confrontare e cristallizzare elementi indiziari, dirigere l’attenzione sia sugli ideatori del pestaggio, sia sul reale movente. Le cause del gesto sarebbero riconducibili verosimilmente a interessi finanziari e potere di condurre appalti nel mondo imprenditoriale”.

Il comando dei carabinieri in via Muggia a Vicenza

Più in dettaglio, gli investigatori avrebbero appurato che il mandante, soggetto già gravato da precedenti penali e amministratore di fatto di una società sub-appaltante operante nel cantiere Tav, dopo il rifacimento di lavori relativi alla posa in opera del ferro di armatura, a seguito di contestazioni della ditta appaltante che aveva rilevato delle difformità sulla base delle indicazioni progettuali e che si era rifiutata di dare il consenso a delle variazioni contrattuali per consentire un pagamento maggiore (si parla di 350 mila euro), non ha esitato a organizzare l’agguato del 2 maggio 2023 a Montebello.

Secondo i Carabinieri, si stava preparando un imminente secondo blitz nei confronti di un altro imprenditore previsto per fine settembre dello scorso anno, poi sfumato solo grazie all’arresto del terzetto avvenuto il 20/9. Una vera e propria spedizione punitiva-bis, ai danni di un imprenditore edile in Lombardia. “L’attività investigativa condotta dai Carabinieri di Vicenza, guidati dalla locale Procura, ha fatto luce sul violento episodio avvenuto all’interno di uno dei cantieri della linea Alta Velocità presenti nel nostro territorio. Aver individuato il movente dell’agguato ci consente di inquadrare la vicenda in un contesto maggiormente preciso. La guardia rimane in ogni caso alta per vegliare attentamente su ciò che avviene in provincia. Ogni segnale è raccolto e analizzato grazie alla presenza capillare dell’Arma nel territorio.”