L’incubo Covid è finito: ora negativi tutti gli ospiti de “La Pieve”. Che piange però 31 vittime

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Impossibile anche solo accennare ad un sorriso, ma è concesso, quello sì, almeno un sospiro di sollievo. Dopo un mese e mezzo da incubo quotidiano l’Ipab “La Pieve” di Montecchio Maggiore è uscito dal tunnel della seconda ondata di coronavirus. Uno tsunami improvviso e di proporzioni enormi quello abbattutosi dai primi di ottobre, devastante nella sua fase di culmine, che ha colpito la maggioranza degli anziani ospiti del centro di assistenza. Portandone via con sè in tutto 31, con il dolore aggiuntivo figlio della pandemia in corso di di non poter concedere loro un ultimo abbraccio da parte dei parenti.

Pensionati e in molti casi “grandi anziani” alcuni dei quali già gravati da un quadro clinico difficile, reso ancora più complicato dalla vigoria di virus che attanaglia le vie respiratorie fino ad uccidere, altri invece che avevano aspettative di vita, sbarrate dai germi killer del Covid. Ora, l’ultimo giro di tamponi di controllo effettuato in questi giorni di metà novembre ha sancito la svolta tanto sperata: tutti e 81 gli ospiti della struttura sono risultati negativi e, patologie pregresse a parte, stanno bene.

A darne l’annuncio giovedì mattina è stata l’amministrazione comunale di Montecchio Maggiore attraverso un comunicato ufficiale, in cui viene evidenziata la riconoscenza ad operatori dell’Ipab ed addetti dell’Ulss 8 Berica che si sono prodigati al massimo delle loro possibilità per cercare di erigere un muro alla diffusione del virus alla “Pieve”, per poi lavorare nell’assistenza dei malati, nel tener loro la mano facendo spesso da “ponte” con i congiunti costretti ad attendere notizie da casa. Giorni di sofferenza, divenuti settimane, con per alcune famiglie il lieto fine della guarigione o dell’immunità all’assalto subdolo della pandemia, mentre ad altri è toccato doloroso lutto da superare.

“Dopo settimane di sofferenza, segnate da un altissimo numero di contagi e purtroppo da 31 decessi – la firma in calce alla comunicazione è del sindaco Gianfranco Trapula – possiamo dire che attualmente la struttura è libera dal virus”. La grande casa di riposo di Montecchio, considerata un’oasi con spazi verdi e con ospitalità di circa 120 posti letto, aveva oltrepassato indenne la prima ondata a cavallo tra fine inverno e inizio primavera 2020. Al contrario, nei primi giorni di autunno, è stata la prima dell’Ovest Vicentino a venire aggredita con una “furia” inedita dal Covid-19, intaccando la salute di oltre metà degli utenti, in buona parte over 85 di età. E anche una quindicina di operatori, con l’emergenza nell’emergenza di dover tamponare l’assenza di chi si era messo in isolamento.

L’ingresso della grande casa di riposo di via Pieve a Montecchio Maggiore

“Ringraziamo il personale della struttura e l’Ulss 8 per il lavoro svolto – afferma il sindaco -. Non dobbiamo infatti dimenticare l’impegno quotidiano degli addetti all’assistenza degli ospiti. Hanno affrontato un’emergenza senza precedenti, che ha addolorato i parenti delle vittime e l’intera città, ma hanno saputo reagire, contribuendo al risultato che oggi è stato raggiunto oggi. Guai però abbassare la guardia – conclude il sindaco – perché, come se n’è andato, il virus potrebbe ritornare. I numeri in città sono ancora molto alti: attualmente contiamo 369 positivi, di cui 6 ricoverati. Dall’inizio di ottobre i guariti sono stati 122. Questo ci fa capire come sia ancora estremamente indispensabile osservare i comportamenti corretti, quali l’uso della mascherina, l’igienizzazione delle mani e degli ambienti, il distanziamento interpersonale. Serve la collaborazione e l’impegno di tutti per far sì che l’incubo che stiamo vivendo si allontani”.