Medico furbetto timbrava il cartellino e andava alla spa. “Rubate” quasi 200 ore

Un caso di assenteismo in ambito pubblico e cosa ancora più grave nella sanità, da parte di un medico impiegato all’ospedale di Asiago, è stato scoperto e documentato dai finanzieri altopianesi. Si tratta di uno specialista che avrebbe “sottratto” circa 200 ore di presenza retribuita sul posto di lavoro, con i militari a scoprire che spesso il dipendente dell’Ulss 7 Pedemontana si recava nel centro benessere di un albergo distante un paio di chilometri, sistematicamente in orario di servizio. Ma anche a far spese in centro.

Condotta deprecabile“, questo il commento a caldo del dirigente dell’azienda sanitaria locale, Carlo Bramezza. A finire nell’occhio del ciclone un dottore in Medicina esperto e sotto contratto non solo presso le strutture sanitarie pubbliche, ma anche private. Si tratta di S.G., fornite le sole iniziali in quanto indagato, vicentino di Bassano che compirà 60 anni nel corso del 2021. Per 6 mesi non potrà esercitare la professione né dimorare ad Asiago, come disposto dal giudice. Interrogato dal pm, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Sulla carta rischia una pena da 1 a 5 anni di reclusione e una multa.

Gli episodi accertati sarebbero circa 70, stima per difetto viste le indagini partite a 2018 e andate a ritroso di un anno, per un danno quantificato in 6.700 euro. Somma sequestrata in via preventiva al “furbetto” da suo un conto corrente: l’accusa – di truffa – potrebbe “macchiare” la sua carriera nella sanità. Nel frattempo gli è stato imposto dal giudice il divieto di dimora ad Asiago e la sospensione dal posto di lavoro. Secondo la tesi delle Fiamme Gialle il medico infedele ai propri doveri in più momenti riscontrati in tre anni – dal dicembre del 2017 al settembre del 2020 – timbrava il cartellino del turno pomeridiano per poi dedicarsi a faccende private. Lasciando l’ambulatorio senza autorizzazione. Questo accadeva di solito una volta alla settimana, tra le 16 e le 18, in occasione dell’unico giorno di prolungamento pomeridiano. Tra queste uscite irregolari è emersa la serie di “capatine” alla spa di cui era cliente affezionato. Un comportamento anomalo e non consentito, vista la natura del suo servizio e l’obbligo di trovarsi in ospedale in casi di emergenza, lavorando a supporto dei reparti di chirurgia, in sala operatoria e in pronto soccorso.

I finanzieri del nucleo di Asiago, dopo aver ricevuto un’informativa in seguito a una segnalazione confidenziale sulla condotta del 59enne, avevano avviato l’efficace l’attività di indagine: attraverso pedinamenti, documenti sanitari e tabulati telefonici. Incrociando i dati con gli scontrini emessi dall’Hotel con centro benessere dove si faceva coccolare l’indagato. Solito anche a recarsi a fare la spesa e dedicarsi allo shopping, salvo rientrare in ospedale per passare “badge” prima di far rientro a Bassano, luogo di residenza. Ne è emerso col tempo un quadro chiaro di responsabilità, avvalorato dal pm Block. Tra il gennaio 2018 e lo stesso mese del 2019, ad esempio, per 10 volte su 12 nei pomeriggi di turno il medico assenteista era a spasso per l’Altopiano a bordo della sua Porsche – come provato dai finanzieri – nonostante risultasse formalmente sul posto di lavoro, regolarmente retribuito.

Sarebbero in tutto 194 le ore di mancato servizio nel settore pubblico contestate al professionista esperto in chirurgia vascolare. Con l’aggravante che alcune di queste – oltre al relax – sarebbero state da lui dedicate a casi seguiti presso strutture cliniche private in cui prestava servizio (a Marostica e Rosà) come libero professionista. Percependo, quindi, un compenso simultaneo, almeno secondo le indagini delle Fiamme Gialle che hanno inoltrato un fascicolo di prove indiziarie a sostegno delle risultanze acquisite nel corso degli appostamenti. Una condotta che, se confermata dal Tribunale di Vicenza, avrà conseguenze sul piano sul piano penale: a tutti gli effetti, infatti, il reato commesso è configurato come truffa ai danni dello Stato.

“Si tratta di un caso assolutamente isolato – sottolinea il dg di Ulss 7 Carlo Bramezza -, ma anche di una condotta del tutto deprecabile, che come azienda ci vede parte lesa. Per questo motivo ringrazio la Guardia di Finanza guidata dal Maggiore Potenza per il lavoro d’indagine che è stato svolto ed esprimo piena fiducia nella magistratura per quello che potrà essere l’esito della vicenda. Il medico in questione è già stato sospeso dal servizio, dallo scorso dicembre, e attendiamo l’esito del procedimento giudiziario per concludere anche l’iter interno relativo alla sua posizione lavorativa”.