Cacciatore spara a un cervo di notte mentre controlla i cinghiali: denunciato per abbattimento di specie protetta

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Era autorizzato al controllo del cinghiale, ma ha “preferito” abbattere un cervo. Perlopiù di notte, quando è assolutamente vietato.
E’ successo a Roana, dove N.Z., con regolare licenza di caccia, avrebbe dovuto essere impegnato nel controllo del cinghiale, a cui era autorizzato dopo avere seguito un corso specifico e una preparazione adeguata da parte della Polizia Provinciale.

Ma invece di dedicarsi ai cinghiali ha pensato bene, o male in questo caso, di abbattere un cervo, pur non essendone assegnatario e violando quindi la normativa sulla caccia.

Nel raccontare questa notizia va fatta una premessa necessaria: la caccia ai cervi non è vietata, ma è severamente regolamentata. Per cacciare un cervo, o altri ungulati, è necessario essere autorizzati e assegnatari di un capo, procedura che tiene conto della quantità di ungulati presenti in un determinato luogo e di quanti ne possono essere abbattuti. L’abbattimento, inoltre, può avvenire solamente di giorno. E il cacciatore N.Z., non aveva capi assegnati. Però poteva, di notte, effettuare il controllo dei cinghiali.

L’uomo, pensando di farla franca, ha indirizzato il fucile verso un cervo. Grazie ad una segnalazione anonima, la Polizia Provinciale ha individuato il luogo dell’abbattimento, dove ancora c’erano tracce di sangue e di pneumatici di un fuoristrada. Le indagini eseguite hanno quindi portato gli agenti nell’abitazione a Roana di N.Z.
Nel bagagliaio del fuoristrada c’erano ancora macchie di sangue e, soprattutto, in una cella frigorifera c’era il corpo del cervo.
La Polizia Provinciale ha già provveduto a segnalare il cacciatore alla Procura di Vicenza per abbattimento di specie protetta, classificato come reato penale.

Comminata sul posto anche la sanzione amministrativa di 360 euro per non avere annotato sul tesserino l’uscita di caccia e per avere cacciato in orario notturno.
La Polizia Provinciale ha già avviato anche il procedimento per la revoca dell’autorizzazione al controllo del cinghiale. “E’ un’attività che si basa su un rapporto di fiducia tra cacciatore e Polizia Provinciale – spiega il vicecomandante Gianluigi Mazzucco – fiducia che ora non c’è più”.
“La caccia agli ungulati segue regole rigide proprio per garantire un equilibrio della presenza degli ungulati nei territori della nostra provincia – sottolinea il consigliere con delega alla Polizia Provinciale Mattia Veronese – Non capire questo, significa non rispettare la natura e fa male anche ai cacciatori. Per questo la Polizia Provinciale è fortemente impegnata contro il bracconaggio, pur con risorse limitate, ma con il supporto delle guardie volontarie e della maggior parte dei cacciatori che rispettano e fanno rispettare la normativa sulla caccia”.