Fungaiolo si pensa scomparso nei boschi da 16 ore, con telefono muto. Ma era in salvo

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Il gruppo di amici aveva trascorso la notte nei pressi di malga Meatta (foto pagina Fb)

Nuovo caso di ricerche di un appassionato di funghi che si perde nei boschi per varie ore, ignaro dell’allarme lanciato dagli amici. Un 45enne di Vicenza, alzatosi prima all’alba di ieri per riempire il proprio cesto di porcini e di altre qualità commestibili, si era inoltrato nei boschi dell’Altopiano da malga Meatta. Il gruppetto poi si è diviso intorno alle 6 del mattino, in territorio di Roana, dandosi appuntamento per l’appello a mezzogiorno: al raduno mancava però all’appello una persona, che non rispondeva al telefono. Dopo l’attesa e un primo tentativo di ricerca in autonomia, i compagni di gita hanno chiamato il 118 chiedendo aiuto, con la mobilitazione del soccorso alpino di Asiago giunto nella zona e che ha iniziato la perlustrazione intorno alle 20.30 di domenica sera.

Il gruppo aveva trascorso la notte proprio nei dintorni della malga, in modo da essere “sul pezzo” andando a caccia dei migliori esemplari che crescono tra gli alberi. Dopo aver atteso invano per alcune ore, e chiamato più volte il ritardatario per tutto il pomeriggio, i compagni sono stati costretti a desistere e chiedere aiuto. Con il timore che il 45enne si fosse smarrito o peggio ancora vittima di un malore o di un infortunio.

L’apparecchio spento ha reso complicate le ricerche su uno spazio esteso tra le montagne, tanto da avviare la ricerca di contatto con l’ultima cella telefonica per restringere il campo d’azione. Nel frattempo, intorno alle 22.30, i carabinieri hanno contattato la spedizione del Cnsas impegnata nelle ricerche, informando i soccorritori che l’uomo di cui si erano perse le tracce si trovava in casa di un conoscente, in ottima salute, dopo averlo rintracciato.

Al cessato allarme e al sospiro di sollievo per la sorte dell’uomo scomparso 16 ore prima, si unisce ancora una volta il disappunto per l’impiego sul campo delle forze di soccorso alpino, probabilmente evitabile in questa circostanza con un minimo di cautela in più da parte di chi si avventura in montagna in solitaria.