Fungaioli sempre più spesso vittime di infortuni in montagna: il decalogo del Soccorso alpino

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Le piogge dei giorni scorsi hanno fatto riaffiorare molti funghi nelle montagne venete, per la gioia di appassionati o anche di curiosi disposti a fare tanta fatica con l’unico scopo di farsi una foto con i pregiati miceti. Ma serve molta attenzione, da una parte la montagna che nasconde insidie con pericoli sempre in agguato e, dall’altra, l’importanza della conoscenza delle moltissime specie di funghi. Ad oggi sono state riconosciute circa 700mila varietà di funghi ma la diversità è stata stimata in oltre 3 milioni. Per tutti questi motivi è facile concludere che per tornare a casa con un buon “bottino”, che non superi i 3 chilogrammi come prevede la legge, serve una preparazione importante.

Il Soccorso Alpino Speleologico Veneto ha stilato una lista di brevi accorgimenti da osservare affinché l’escursione in montagna non si trasformi da piacevole ad incubo, con conseguenze che, in alcuni casi, si concludono con la tragedia.
Solitamente si va a funghi subito dopo un acquazzone, quindi il fondo risulta scivoloso e le cadute sono il rischio principale quindi è fondamentale un vestiario appropriato con calzature adeguate. Naturalmente servono i permessi in regola e conoscere le quantità da poter raccogliere, molte specie hanno il limite di 1 chilogrammo.

“Ogni anno – spiega in un comunicato il Soccorso alpino veneto – sono sempre più numerosi gli incidenti che, soprattutto per perdita di orientamento e scivolata, coinvolgono i fungaioli. Si va a funghi dopo una bella pioggia, quando prati e sottobosco sono bagnati e scivolosi, è quindi buona norma usare calzature idonee e non stivali di gomma. Meglio inoltre indossare abbigliamento con colori sgargianti che, in caso di bisogno, sono più facilmente individuabili tra la vegetazione. E’ importante muoversi sempre in compagnia e non perdersi di vista. In ogni caso far sapere sempre la destinazione, se si cambia meta e quando si è rientrati. In molti luoghi non c’è copertura telefonica e non si può fare totale affidamento sul cellulare. Una torcia o una pila frontale sono comode in caso di ritardo e si può segnalare la propria presenza. Come con un fischietto”.

“Non servirebbe dirlo ma è sempre meglio ricordarlo di essere dotati dei permessi previsti per legge – continua il Soccorso alpino -. E’ fondamentale informasi  sulla ‘Disciplina della raccolta e commercializzazione dei funghi epigei freschi e conservati’ stabilita a livello regionale. Attenzione all’orientamento. Si parte da un sentiero o una strada bianca, che poi si abbandonano per seguire il richiamo della zona fortunata, del posto che conosciamo solo noi, e in un battibaleno ci siamo persi. Non perdere d’occhio i punti di riferimento e cercare di ricordare il tragitto dell’andata, pronti a tornare sui propri passi. Vista la diffusione delle zecche, controllare sempre bene quando si fa ritorno a casa. Occhio quando ci si muove in macchina nei boschi: in moltissime strade è vietato l’accesso ai veicoli non autorizzati.

“Infine, in caso di bisogno – conclude la nota con i consigli del Soccorso alpino – contattare il 118, seguendo le indicazioni che vengono date e, se ce lo chiedono, non muoversi dal posto segnalato per non correre il rischio di perdere segnale, mettersi in situazioni di pericolo, rendere difficile la ricerca delle squadre. E raccogliete solo funghi che conoscete benissimo, certi possono essere molto pericolosi”.