15mila gli addetti al lavoro nei negozi ancora aperti al pubblico

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Sono 15029 i vicentini che in questi giorni sono ancora al lavoro nelle 5387 attività del commercio e dei servizi alla persona aperte al pubblico.

Anche se per motivi diversi, queste attività sono state considerate tutte dei “servizi essenziali” e per questa ragione stanno continuando regolarmente a operare, anche in piena emergenza sanitaria. Sono 5387 nella Provincia di Vicenza per le quali il DPCM dell’11 marzo prevede il mantenimento dell’apertura al pubblico.

“A tutte queste attività e a tutti quelli che vi lavorano – commenta il Presidente della Camera di Commercio di Vicenza Giorgio Xoccato – devono andare il nostro plauso e ringraziamento, perché stanno davvero garantendo beni e servizi essenziali per tutta la comunità. Un pensiero particolare, a questo riguardo, va a quanti lavorano a stretto contatto con il pubblico, ma anche a chi, magari dietro le quinte, garantisce invece gli approvvigionamenti indispensabili alla collettività”.

Approfondendo l’analisi numerica, la percentuale maggiore naturalmente riguarda le rivendite di beni alimentari: nel Vicentino sono 2.570, per 9.375 addetti. Seguono le farmacie e parafarmacie (437 unità locali per 934 addetti), e quindi un raggruppamento in realtà molto eterogeneo che comprende edicole, tabaccai, benzinai e pochi altri esercizi (2.371 per 4.720 addetti).

Dal punto di vista geografico, la loro distribuzione è naturalmente concentrata nei comuni di maggiori dimensioni: a Vicenza capoluogo sono 963 con 2.610 addetti, a Bassano del Grappa sono 366 con 900 addetti, a Schio sono 280 con 1.096 addetti e a Thiene sono 223 con 702 addetti.

Numeri molto rilevanti, che riportano al centro dell’attenzione il tema della sicurezza per tutte le imprese e i lavoratori ‘in prima linea’. “A tutti loro – prosegue Xoccato – non posso che raccomandare un’estrema attenzione nell’applicare in modo sostanziale e con convinzione le misure di sicurezza e di protezione individuale, recependo anche i contenuti dell’accordo siglato nei giorni scorsi tra organizzazioni datoriali e parti sociali”.