Lockdown, per i saldi del settore moda si valuta il posticipo al 1° agosto

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I negozi di abbigliamento, calzature e pelletterie, arredamento per la casa e articoli sportivi sono in attesa di sapere quando e come potranno riaprire le loro attività al pubblico, dopo quasi due mesi di stop, ricavi azzerati e costi comunque da sostenere. Plausibile quindi che si scalpiti per l’apertura, così come il fatto che i negozianti si augurino che il post quarantena, con il ritorno graduale alla normalità delle relazioni sociali, porti con sé la voglia di mettere da parte l’abbigliamento “da casa” e di riappropriarsi del proprio stile con un rinnovato interesse per i capi moda, adatti fra l’altro alla stagione estiva che nel frattempo è arrivata.

In pratica, gli esercenti guardano con fiducia a quell’effetto benefico di poter spendere per sé e per i propri cari, che potrebbe portare ossigeno ai negozi del settore, portati allo stremo dalla chiusura per Covid-19. Come e quando ripartire è il tema del momento, per i circa 115mila dettaglianti del settore di tutta Italia.

Un’idea che sta circolando fra le associazioni di categoria, tra quelle utili a creare le condizioni più favorevoli dopo la sospensione delle attività, è quella di far slittare i saldi estivi di un mese, dato che le vendite dei capi primavera-estate di fatto non sono mai iniziate e l’assortimento nei negozi è completo. Federmoda Confcommercio, l’associazione nazionale delle imprese del settore, dopo aver sondato con un questionario l’orientamento dei propri soci, ha ipotizzato la data dell’1 agosto come inizio delle svendite estive 2020. A livello nazionale, infatti, il 52% degli operatori del settore abbigliamento e calzature si è espresso per spostare in avanti l’inizio dei saldi, che altrimenti partirebbero il primo sabato di luglio.

Una tendenza che si conferma anche dall’analisi delle risposte ai questionari pervenuti a Confcommercio Vicenza, dove il 57% si esprime a favore del posticipo di un mese della data di inizio delle svendite.  I dati a livello Veneto non si discostano in maniera rilevante da quelli vicentini e l’esito della consultazione sarà portato ora all’attenzione della Regione del Veneto, che in sede di Conferenza delle Regioni avrà la competenza di decidere nel merito della regolamentazione. “L’auspicio – spiega Marisa Lunardon, presidente dell’Associazione provinciale di Federmoda Confcommercio di Vicenza – è che si decida per una nuova data di inizio dei saldi estivi che valga per tutte le regioni, in modo da non creare un avvio a macchia di leopardo”.

“Il posticipo – continua Lunardon – sarebbe una misura utile per avere più tempo per vendere, in piena stagione i capi in negozio al loro prezzo originale, anche se sappiamo bene che ci troveremo ad affrontare un ritorno agli acquisti con consumi non certo effervescenti. Ma, tenendo conto che i saldi conservano ancora il loro appeal sulla clientela, vorremmo puntare sull’effetto ‘prezzo scontato’ un po’ più in là, cercando nel frattempo di recuperare un po’ più di normalità. Quello che per ora – continua la presidente di Federmoda Confcommercio Vicenza – è per noi essenziale è riaprire al più presto, avendo il più chiaro possibile la situazione da cui ripartire e con quali modalità. E’ probabile che dovremmo affrontare e convivere con mascherine, igienizzazione dei locali, ingressi contingentati e così via, ma noi siamo pronti”.

“Visto e considerato che l’Inail – conclude la rappresentate dei commercianti vicentini del comparto – ha stabilito che il nostro è un settore a basso rischio, non c’è motivo per ritenere che non possiamo garantire gli stessi presidi e gli stessi interventi richiesti alle attività attualmente aperte, quindi crediamo sia giustificato l’anticipo della data prevista del 18 maggio per poter riprendere a lavorare”.

Tra le proposte che verranno portate nei prossimi giorni all’attenzione della Conferenza delle Regioni dai delegati di Federmoda Italia-Confcommercio vi sarà anche la richiesta di sospendere il divieto di vendite promozionali nei trenta giorni precedenti i saldi. Dato il periodo di particolare criticità per molti store, si propende per dare ampia discrezionalità ad ogni imprenditore ad organizzare al meglio le vendite in negozio, una volta che verrà dato il via libera all’apertura.