Running For Rangers, Diario di bordo. Giorno 5

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E’ finita. Questa pazzesca esperienza in Kenya, attraverso le riserve naturali della Savana, veste i colori dell’Italia: primo e dominatore incontrastato Francesco Rigodanza. Secondo un grande Alessio Zambon, sempre in scia. Grandi anche Alberto Ferretto e Matteo Parise, che hanno stretto i denti e vinto la loro personale gara contro il dolore, riuscendo a concludere la gara nonostante i loro infortuni.

Ad attendere i ragazzi al traguardo nella riserva di Ol Pejeta, ecco la sorpresa che ti cambia la giornata. Niente meno che il maratoneta keniano Eliud Kipchoge. L’uomo che ha corso la maratona più veloce della storia in due ore e 20 secondi, l’anno scorso all’autodromo di Monza. Un’autentica istituzione del running mondiale, che ha emozionato e non poco tutti gli atleti che hanno tagliato la linea del traguardo.

Il primo a incontrare Kipchoge è stato il nostro Francesco. Anche oggi primo al traguardo, ha sancito la sua superiorità su tutto il gruppo, portandosi a casa questa edizione della For Rangers Utra Trail, per poi concedersi una chiacchierata con Kipchoge e i rangers. Secondo e altrettanto stupito di trovarsi davanti il fenomeno keniano è stato Alessio. Meritatamente secondo, è persino riuscito ad accennare un inchino a Kipchoge, nonostante la stanchezza ed il mal di gambe. Con il loro passo e tanta grinta sono poi arrivati anche Matteo ed Alberto, assieme. Hanno con forza voluto prendere parte a quest’ultima tappa, per coronare al meglio un’avventura lunga 230 chilometri.

Per quanto riguarda la cronaca di questa quinta tappa, c’è da dire del costante vento contrario, di Francesco ed Alessio che si sono “tagliati l’aria” a vicenda per 38 dei 45 chilometri previsti, e di Matteo ed Alberto arrivati assieme.

Per finire, lasciamo alle parole dei ragazzi raccontarvi le loro emozioni.

Alessio
“E il momento delle lacrime, quelle di dolore, di gioia e di malinconia per quello che sono stati questi giorni. Fare la cronaca di quest’ultima tappa è difficile ma ci proverò: è l’ultima tappa e ciò significa “all in” per tutti, peccato che il mio “all in” sia stato giusto due tappe fa! Il solito Americano decide che non è ancora il momento di arrendersi, parte davanti e tira un ritmo tipico da “American style”. Come se non bastasse i 10 km patti del finale di ieri continueranno per tutta la tappa, bello mi piace tantissimo. Oggi però ho un’ arma in più, il gioco di squadra con Francesco con il quale per 38 km ci scambiamo come i ciclisti visto che oggi abbiamo una lieve brezza a 30 km/h perennemente contraria. Al 30esimo non ho più nulla che non mi faccia male, corro come un paraplegico, ma improvvisamente mi ricordo che Matteo e Alberto che loro veramente in modalità paraplegica stanno correndo lo stesso. Rigo finisce il suo e mi lascia ai -7 dall’arrivo, ma ancora crisi profonda. Mando un messaggio a Francesca, le dico che oggi è dura, mi risponde come lei sa fare, piccola lacrimuccia, e do fondo alla riserva di energia che già dal secondo giorno è esaurita. Ultimi km, l’americano è lontano, posso prendermi il tempo di riflettere cos’è successo in questi giorni, altra lacrimuccia. Ad un certo punto voglio che quel traguardo non arrivi più, non voglio che finisca. All’arrivo ci sono Francesco, Marcus e tutto lo staff che gioiscono, arrivo e mi viene a stringere la mano un certo Eliud Kipchoge , non so più se sono triste, felice, stanco o euforico, sono semplicemente tutto. Arrivano anche Matteo e Alberto, e tutto il team si abbraccia e si complimenta, questi momenti che non dimenticheremo mai.

Francesco
Day 3, Day 4, Day 5. É già finito tutto. 230 km tra sorrisi, lacrime, peluche, odori e amici. Mal d’Africa in 3-2-1

Grazie per aver seguito questa fantastica avventura attraverso le pagine del nostro giornale. Speriamo di avervi aperto almeno una prospettiva sull’Africa, le sue problematiche ma soprattutto le sue bellezze. Grazie ai ragazzi per averci regalato questa storia da raccontare. Anche a noi, dalla nostra redazione, è sembrato di correre assieme a loro, con un rinoceronte o una giraffa a tagliarci ogni tanto la strada. Alla prossima!

#runningforrangers