Una tenda della protezione civile e le macerie per il presepe in chiesa a Madonnetta

Ascolta l'audio
...caricamento in corso...

Il presepe in una tenda della Protezione Civile – “ingombrate” fisicamente ed emotivamente -, con tanto di macerie: è davvero singolare la Natività allestita all’interno della chiesa di S. Maria Assunta a Sarcedo. Una scelta dei parrocchiani, condivisa dai sacerdoti don Mariano Cocco Lasta e don Lorenzo Campagnolo con i gruppi del paese e in particolare il gruppo Presepe, le catechiste e il team di protezione civile Amici Radio Sarcedo. “Questa tenda rappresenta l’abitazione di tante, troppe persone che hanno perso tutto e nasce dall’ispirazione suscitata dalla frase del Vangelo di Giovanni “E pose la sua tenda in mezzo a noi” spiega Laura Pobbe a nome del consiglio parrocchiale della neonata Unità Pastorale.

Un presepe che suggella il cammino di Avvento intrapreso quest’anno in parrocchia. “Per abitare tra noi Gesù sceglie la tenda – spiega Laura – perché così riesce a starci sempre vicino, a seguirci soprattutto quando rischiamo di allontanarci da Lui.  Durante le domeniche di Avvento per questo abbiamo per questo ascoltato le testimonianze di chi ha vissuto da vicino l’esperienza della “tenda” come luogo della provvisorietà, della difficoltà, ma anche di incontro, solidarietà, accoglienza e amicizia. Testimonianze hanno suscitato delle forti pensieri ed emozioni”.

Così, la prima domenica di Avvento, la riflessione è stata attorno all’importanza di aprire porte e cuori alle persone più fragili della comunità, grazie alla testimonianza di una mamma con un figlio con disabilità e di un’operatrice del gruppo Breganze solidale. La seconda domenica due volontari,Giovanni e Andrea, hanno condiviso la loro esperienza di Protezione Civile a  L’Aquila e a Cascia in soccorso alle popolazioni terremotate e la domenica successiva Tommaso e Tobia del gruppo “Non dalla guerra”, hanno posto i parrocchiani di fronte al dramma di chi fugge della guerra in Siria, portando la loro esperienza nei campi profughi in Giordania. Durante l’ultima domenica di Avvento Nicola e Carlo, due ragazzi dell’Agesci locale, hanno  infine presentato il significato della tenda per uno scout, ossia imparare ad apprezzare la precarietà, lo stare provvisoriamente bene in un luogo perché già proiettati verso un altro, il valore dell’essenzialità e del rispetto verso la natura, la condivisione con gli altri e l’importanza dell’aiutarsi (nella chiesa di Sant’Andrea era invece presente il vescovo Beniamino Pizziol).

Il presepe ha messo in moto anche il resto della comunità: “i bambini del catechismo – spiega Laura – a gruppi ogni domenica hanno portato un segno per completare il presepe e i ragazzi delle medie hanno portato dei sassi su cui hanno scritto messaggi di speranza alle persone costrette a vivere nelle tendopoli; i bambini di prima, seconda e terza elementare hanno allestito il presepe con delle stelline fatte da loro e accompagnate da una semplice riflessione, mentre i ragazzi di quarta e quinta elementare hanno portato le lanterne e gli angeli simboli di luce e di speranza”. Le lanterne sono state portate nella domenica in cui era presente la Luce di Betlemme, fiamma arrivata direttamente, grazie agli scout adulti del Masci, da Betlemme e recuperata in stazione di Vicenza dove è transitata sabato scorso.